Roma, caldaie rotte, 120 scuole al freddo: «In aula con le stufette»

Roma, caldaie rotte, 120 scuole al freddo: «In aula con le stufette»
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 17 Gennaio 2019, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 15:51
Gli studenti del liceo Carducci di via Asmara hanno protestato all’ingresso della scuola causa il freddo che «ci sta facendo congelare sui banchi», spiega una rappresentante d’istituto, nella speranza che qualcuno intervenga. Hanno manifestato anche gli studenti del liceo Caetani, che nei giorni scorsi hanno deciso di non entrare a scuola e di protestare in piazza Mazzini, in pieno quartiere Prati, anche contro le aule fredde. Alla ripresa delle lezioni dopo le festività natalizie e con l’irrigidirsi delle temperature, in parecchi istituti superiori, che fanno riferimento alla Città Metropolitana, si sono presentati problemi con caldaie in blocco o termosifoni comunque non funzionanti. E anche laddove gli impianti sono a regime, succede che il freddo si senta per la dispersione del calore. 



IL SONDAGGIO
L’allarme arriva dall’Associazione dei presidi. Ma anche da un sondaggio sul campo. Skuola.net ha intervistato un campione di 2 mila studenti nel Lazio, tenuto presente che l’80 per cento delle scuole della regione è concentrata tra Roma e provincia. Il 43 per cento ha dichiarato la presenza di disagi a causa del freddo: nel 49 per cento dei casi le lezioni si sono tenute ma con l’ausilio di cappotti e stufette. Nel 36 per cento dei casi si sono registrate proteste da parte degli studenti, che per il 20 per cento si sono tramutate in “sciopero” e per il 17 per cento in lettere indirizzate alle istituzioni.

Anche dove gli interventi ci sono stati, si sono creati disagi. Al liceo Gullace di Roma, ad esempio, i lavori di ripristino della caldaia sono iniziati lunedì, per proseguire martedì, durante l’orario delle lezioni, che comunque si sono tenute al freddo. Problemi sono stati segnalati anche al liceo Orazio. 

LA SITUAZIONE
Secondo la ricognizione dell’Associazione presidi del Lazio, sulle 345 scuole gestite dalla Città Metropolitana, 110-120 istituti hanno avuto problemi legati al riscaldamento in questi primi dieci giorni di lezioni del 2019 e non solo legati agli impianti in sé. Tanto più che l’ex Provincia ogni anno inserisce a Bilancio una cifra pari a 15,6 milioni di euro per garantire il funzionamento degli impianti stessi. Tra le difficoltà, anche la manutenzioni delle scuole, per migliorarne l’ambiente: basti pensare che la costruzione dell’80 per cento dei plessi risale agli anni Sessanta e Settanta. Anche quando le caldaie funzionano, si segnala freddo per la dispersione del calore. Il 90 per cento degli infissi delle scuole di Roma viene segnalato come obsoleto: alcuni sono ancora in ferro e con un vetro di due millimetri di spessore. L’accensione degli impianti di riscaldamento è legata, in termini temporali, allo svolgimento delle attività didattiche: di notte i termosifoni restano spenti. In questi giorni, nel 40 per cento delle scuole dove si sono presentati disagi, ci si è attrezzati con stufette anche portate da casa e comunque tenendosi addosso i giubbotti. 

«Sono anni che chiediamo alle amministrazioni di fornire una anagrafe precisa e puntuale dello stato in cui versano gli impianti termoidraulici delle scuole – sottolinea Mario Rusconi, presidente dell’Associazione presidi di Roma e del Lazio – Un censimento che non sarebbe di per sé difficile da compiere se, durante la pausa estiva, i tecnici chiamati poi ad intervenire sulle defaillance facessero delle ricognizioni per capire davvero lo stato degli impianti». 

Annuncia un approfondimento Valeria Baglio, presidente della commissione scuola della Città Metropolitana: «Tante sono state le segnalazioni di malfunzionamento degli impianti dalla riapertura delle scuole. I tecnici sono intervenuti di volta in volta, ma nonostante questo permane un problema originario. Convocherò al più presto una commissione con i tecnici responsabili per fare il punto sul funzionamento generale».
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