Non è la prima volta che chi frequenta l’immenso parco dell’Appia Antica fa strani incontri. Purtroppo non solo volpi, conigli, germani reali, sparvieri, cardellini, fagiani e specie rare da ammirare ma anche gatti e capre ammazzati o sacrificati. Molti anni fa nei pressi di un’entrata più isolata, in via Carlo de Bildt, vennero trovati resti di un altro rito: sempre una gallina, riso, candele, piatti; qualche Capodanno fa invece venne infranta l’edicola della Madonna, più indietro nel tempo quando il Ninfeo di Egeria non era recintato si scoprì che qualcuno inscenava messe nere al suo interno. Ma stavolta Carla Finn del Servizio Guardiaparco dell’Appia Antica, esclude si tratti di un «rito legato alla Santeria, è semplicemente un caso di maltrattamento di animale, che è un reato penale, una bravata insomma, quello che faceva i riti, anni fa, l’ho stanato e non si avvicina più al parco».
Ma il fiocco rosso non è particolare da poco, a sentire chi pure s’intende di stregonerie l’ipotesi che si tratti di un macabro rituale che fa il verso alla Santeria, una pratica religiosa dalle antiche origini africane e poi radicatasi a Cuba e in molti altri paesi latinoamericani, è tutt’altro da scartare. «Il rito potrebbe rappresentare una Brujeria, qualcuno si è pulito e ha lasciato lì la sua sfortuna su consiglio di un santone - spiega chi conosce la materia - sembra come un’offerta all’orisha Elegguà per uscire da una difficoltà, una malattia, un malocchio, sicuramente il sangue è stato fatto scorrere prima e usato. Questa pratica si appoggia da sempre ai santi cristiani (a pochi metri c’è la cappellina e c’erano dei ceri spenti). Di solito sacrificano galli, galline e colombe, anche caprette».
Purificazioni, magia nera, Santeria, pratica usata anche da Jennifer Lopez. Ma nel parco dove si fa yoga, si corre, ognuno s’inventa iniziative, la scorsa domenica si è svolta la benedizione degli animali domestici, c’è molto altro. Anche Roberto Federici, storico rappresentante del Comitato per il Parco della Caffarella, parla di una «ragazzata, non penso siano riti particolari. Questo è il parco più bello di Roma, la stessa gente ormai chiama le forze di polizia quando qualcuno fa qualcosa di strano, vedi i roghi di plastica, c’è un controllo spietato». Così Rossana De Stefani sempre del comitato: «Mi pare una brutta goliardata, di qualcuno in vena di scherzi e crudeltà. da segnalare subito all’Ente Parco». Anche De Stefani ammette: «È il bello della Caffarella ma anche il suo limite, essendo un parco campagna è impossibile recintarlo né inibirlo a chicchessia». La notte insomma è terra di nessuno. E qualche sbandato può aver tranquillamente inscenato questo assurdo rito di purificazione, ignaro di aver commesso un vero e proprio reato.
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