Il ricatto dei bus turistici paralizza Roma. La Raggi: «Li denunciamo»

Il ricatto dei bus turistici paralizza Roma. La Raggi: «Li denunciamo»
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 21 Dicembre 2018, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 12:46

E il terzo giorno furono i pullman. Dopo la sfida a chi crea l'ingorgo più grosso tra tassisti e Ncc, ieri mattina un serpentone di autoarticolati ha occupato quasi ogni centimetro di sampietrini tra l'Altare della Patria e la cordonata del Campidoglio. E l'effetto paralisi è andato ben oltre il centro di Roma, come sanno gli sventurati automobilisti che si trovavano per esempio sul Lungotevere o sul Muro Torto, strade già di norma trafficatissime, specie nell'ora di punta. Spazientita, Virginia Raggi ha dato mandato alla Polizia locale di procedere con le denunce. Ai padroni dei bisonti di metallo che dall'alba di ieri e fino all'ora di pranzo, senza alcun preavviso, si sono ammassati a decine a piazza Venezia, sarà contestato il blocco stradale. Reato appena reintrodotto dal decreto Salvini, dopo essere stato depenalizzato nel 1999, e per di più inasprito: si rischia una pena da 2 a 12 anni. Oltre ovviamente alle multe per divieto di sosta.

Ce l'hanno, le ditte dei torpedoni, con il nuovo piano pullman votato dal Comune e avallato, dopo una girandola di ricorsi, sia dal Tar che dal Consiglio di Stato. «E allora blocchiamo Roma», è stata la reazione, stizzita, dei proprietari dei bus, abituati ai guadagni facili, perché spendono una miseria per fare ingresso nel cuore della città coi loro bestioni da 12 metri e oltre, abbordando i monumenti tra i più visitati al mondo. «Ma in nessuna città d'Europa si vedono scene simili, perché a Roma sì?», ha rimarcato ieri la sindaca grillina, che ha avuto il merito di portare a dama una stretta promessa dai tempi della giunta Marino. «È inaccettabile che la Capitale sia tenuta sotto scacco: il centro va subito liberato, sciogliete l'assemblea perché state paralizzando la città», ha detto allora Raggi alla delegazione di impresari che era avanzata fin sotto il Marc'Aurelio, dopo avere bruciato una bandiera del M5S. «Abbiamo messo fine a un'anomalia fatta di tariffe stracciate, traffico in tilt e torpedoni in doppia fila. Il centro di Roma è patrimonio dell'Unesco, va difeso», ragiona la sindaca.

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DIECI EURO AL GIORNO
Le nuove regole entreranno in vigore il primo gennaio. Nel Centro storico di Roma, dove ogni giorno scorrazzano 1.300 pullman, potranno entrare al massimo 30 bus al dì e solo se assoldati da una scolaresca o al servizio di un albergo con più di 40 stanze. Tutti gli altri dovranno restar fuori. Potranno varcare, al massimo, l'Anello ferroviario, una zona semicentrale della città. Spariranno poi le licenze annuali, quelle che fino al 2018 hanno permesso ai proprietari dei torpedoni di fare breccia nel cuore dell'Urbe pagando meno di 10 euro al giorno. Briciole, rispetto ai profitti. Dal 2019 le ditte dei bus potranno comprare di volta in volta un pacchetto di ingressi, carnet da 50, 100, 200 e 300 passaggi, che costeranno fino 26 mila euro, in base a quanto è inquinante il mezzo. Insomma, il conto in arrivo è salato. Da qui la protesta di ieri, dopo la debacle dei ricorsi, tutti affossati dalla giustizia amministrativa.
 
 


NUOVE PROTESTE
Il rischio è che oggi la scena si ripeta, esponendo la Capitale all'ennesima giornata di caos. «Potremmo andare a Montecitorio oppure al Circo Massimo», azzardavano ieri le legioni dei torpedoni. Altri proponevano l'Eur, magari intorno al Colosseo quadrato. «Chiediamo almeno una tregua di 30 giorni», è l'ultima offerta all'amministrazione. Facendo finta di non sapere, forse, che gli interminabili «tavoli di confronto» col Comune vanno avanti dal 99.
 

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