Non era la prima volta che quel bullo prendeva di petto il ragazzo, suo coetaneo e compagno di classe della prima superiore dell’Istituto tecnico industriale statale Giuseppe Armellini a San Paolo. Prima qualche presa in giro poi si è passati agli schiaffi dietro la nuca e infine agli insulti. Il motivo? Quel compagno di classe è un po’ in sovrappeso. Bodyshaming. Una situazione che andava avanti dall’inizio della scuola tanto che il “carnefice” e altri ragazzi erano già attenzionati dai docenti del consiglio di classe. Insomma erano tenuti sotto controllo perché il problema c’era. Ma nessuno immaginava che si potesse arrivare a tanto.
Lunedì il bullo va a scuola come fa ogni giorni ma stavolta niente insulti o schiaffi.
L’INTERVENTO
Gli agenti si recano subito presso l’istituto con il dirigente scolastico e gli altri professori che si sono mostrati da subito molto collaborativi. D’altronde certe vicende rischiano di rovinare la reputazione dell’istituto. «In questa scuola noi pratichiamo l’inclusione. E’ un valore che perseguiamo fortemente» rimarcano con orgoglio. E infatti nel 2017 l’Itis Armellini, con il video “L’Amore Non Ha Sesso”, si è aggiudicato il primo posto nella competizione Laboratorio Rainbow, il progetto realizzato da Gay Center, al fine di attuare azioni formative rivolte a studenti e docenti, che ha visto il sostegno del Miur Social, del Dipartimento Pari Opportunità di Palazzo Chigi – Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Regione Lazio. Ecco perché assicurano inoltre: «Da questo episodio i ragazzi dovranno capire che la vita va in un altra direzione.
Tratteremo il caso in maniera esemplare». Il ragazzo, secondo i docenti del consiglio, potrebbe essere sospeso nei prossimi giorni. Le sirene rompono la “routine” scolastica tanto che «di quello che stava accadendo ce ne siamo accorti proprio per l’arrivo della polizia. Inizialmente abbiamo pensato che ci fosse della droga a scuola, successivamente abbiamo capito che si trattava di un episodio di bullismo» fanno sapere altri docenti. Il ragazzo è stato chiamato in presidenza con lo zaino e contestualmente è stata avvertita la mamma. Messo davanti al fatto compiuto il bullo non ha potuto far altro che ammettere le sue responsabilità. Per questo è stato denunciato e la pistola ad aria compressa sequestrata (indagini sull’arma per vedere se è stata modificata). «Piangeva come un bambino» racconta chi ha assistito alla scena. Oltre al lui ci sarebbero altri due coetanei, le lo posizioni sono al vaglio della polizia, che avrebbero preso parte agli episodi di bullismo. La vittima, invece, è sotto choc e da una settimana si rifiuta di andare a scuola. Nei giorni scorsi si è tenuto un consiglio di classe straordinario per decidere come agire «possibile che venga sospeso ma con obbligo di frequenza». La scuola avvierà contestualmente una serie di incontri con le famiglie. A intervenire sarà anche l’Ufficio scolastico regionale, che attraverso un’ispezione vuole chiarire i contorni della vicenda. Il direttore dell’Usr Rocco Pinneri ha chiesto una relazione dettagliata di cosa è accaduto all’interno della scuola, con le testimonianze dal personale.