Roma, «Fai schifo, malata»: Paola, la ragazzina disabile picchiata dai bulli in una scuola di Cinecittà

Roma, «Fai schifo, malata»: Paola, la ragazzina disabile picchiata dai bulli in una scuola di Cinecittà
di Giuseppe Scarpa
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Venerdì 5 Luglio 2019, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 13:40
Insulti e botte, umiliazioni e pianti. Un anno scolastico infernale per una studentessa, diversamente abile, di un istituto superiore in zona Cinecittà. I demoni per Paola (il nome è di fantasia) erano due compagni di classe che la perseguitavano senza darle sosta: «È arrivata l'handicappata», le dicevano di continuo tra le risate generali degli altri alunni. Una situazione intollerabile che ha spinto la famiglia della ragazza a denunciare. La procura dei minori ha aperto un fascicolo per il reato di stalking e adesso passa al vaglio la posizione dei due adolescenti.

IL SOGNO INFRANTO
Paola a scuola voleva andarci nonostante tutto e tutti. D'altro canto aveva un obiettivo: diventare cuoca. Solo l'alberghiero le poteva permettere di realizzare il suo sogno. Perciò la ragazza faceva in modo, ogni mattina, di non imbattersi nei due bulli. Entrava all'ultimo minuto. Tentava di non farsi vedere, di essere invisibile per i due compagni di classe e allo stesso tempo essere sempre presente dietro al banco. Ma quando i due bulli la incrociavano non avevano nessuna pietà per lei: «Ecco la mongoloide». E ancora: «Che ti guardi malata, fai schifo». Queste sono solo alcune espressioni (riportate nella denuncia) di un repertorio infinito di insulti che la studentessa subiva quotidianamente. Un mare di violenze verbali e fisiche a cui non era capace di rispondere. Alla fine Paola, schiacciata da questa situazione, ha deciso di ritirarsi. Isolata e umiliata ha interrotto gli studi in quella scuola.

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INSULTI
D'altro canto perfino le crisi epilettiche, di cui soffriva, erano spesso motivo di dileggio. In un paio di casi Paola, preda delle convulsioni, era stata derisa dai due bulli: «Ecco la sceneggiata chi vuole vedere lo spettacolo (le convulsioni, ndr) paghi il biglietto». La vicenda era culminata con due aggressioni fisiche. Una durante il cambio dell'ora tra un insegnante e un altro. Paola era stata circondata sempre dai suoi aguzzini: spintonata e schiaffeggiata. In un'altra occasione, nei corridoi, le era stato fatto uno sgambetto. Lei era caduta di fronte a tutti: risate collettive. Infine le era stata scaraventata una sedia.
«Il fenomeno del bullismo deve essere contrastato non solo nelle aule di giustizia - sottolinea il penalista Eugenio Pini, l'avvocato del Centro Nazionale contro il bullismo Bulli Stop a sostegno della famiglia di Paola - ma anche con dei processi di sensibilizzazione nelle scuole».
«Nel contesto generale di offensività - si legge nella denuncia depositata alla procura dei minori - si sono mostrati maggiormente incisivi due compagni di classe che mediante il compimento di condotte preordinate a soverchiare la vittima a tiranneggiarla e prevaricarla, hanno progressivamente minato l'autostima di Paola». Fino a spingerla ad abbondare la scuola e il suo sogno. Diventare cuoca.
 
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