In sostanza un impianto di riciclo dei rifiuti (non è nota la capienza) derivanti dalla raccolta differenziata ma che secondo i cittadini potrebbe nascondere ben altro. Eppure i vari sindaci avevano cantato vittoria quando a dicembre del 2017 la Regione aveva revocato i permessi di costruire nuove strutture a Cupinoro. Fino alla firma di quel provvedimento esistevano 2 autorizzazioni per realizzare un impianto di trattamento meccanico biologico da 130mila tonnellate annue ed una centrale a biogas da 30mila (approvati in precedenza dalla stessa Regione e dal Consiglio dei ministri) nonostante fosse assente la Valutazione di impatto ambientale. Sul piede di guerra il sindaco di Bracciano, Armando Tondinelli, che ha indetto un’assemblea pubblica per il 21 maggio alle 16:30 nell’aula consiliare. «Questo bando è un vero e proprio schiaffo alla tutela della salute e dell’ambiente. Mi auguro che alla riunione partecipino i cittadini e le associazioni perché questa battaglia non deve avere colori politici», sostiene il primo cittadino. «Addirittura si cerca chi è disposto a portare i rifiuti a Bracciano, anziché valorizzare l’attività agricola e il ritorno alle eccellenze del nostro territorio. L’Università Agraria chiede come canone annuo una base di oltre 165 mila euro: è assurdo», prosegue Tondinelli a capo di una lista civica di centrodestra. Invito raccolto dal sindaco di Ladispoli sempre di centrodestra.
«Saremo al fianco del comune di Bracciano per combattere l’ipotesi di riapertura di Cupinoro. Il nostro comprensorio ha già pagato a caro prezzo le conseguenze di quello scempio ambientale, che deve ancora essere bonificato. Siamo pronti alle barricate», attacca Alessandro Grando. Dura posizione del sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci: «Faremo una battaglia senza quartiere anche legale se servirà. Abbiamo raggiunto grandi risultati in passato e ora vogliono riattivare Cupinoro. Non glielo consentiremo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA