Roma senza più artigiani, 4mila in meno dal 2010. Camera di Commercio: «Bisogna reintrodurre botteghe»

Roma senza più artigiani
2 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Febbraio 2021, 12:55

Le botteghe a Roma diventano una rarità. E più passa il tempo e più diminuiscono. Se il censimento Istat del 1991 individuava 5mila botteghe artigiane, oggi si è passati a meno di mille. Le cause? Prima le difficoltà a resistere alla ristorazione veloce, in grado di vendere di più e sostenere quindi affitti più alti, ora la crisi economica legata alla pandemia che ha reso le botteghe sempre di meno.

Gli artigiani di San Gregorio Armeno: «Ripartiamo da San Valentino»

I dati diffusi dal presidente della Camera di Commercio di Roma

A dare l’allarme il presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti. «Nel 1991 il censimento dell'Istat segnalava nel centro di Roma 5mila botteghe artigiane, non esisteva chilometro quadrato al mondo così denso di attività artigiane.

Nel 2000 nel centro storico ce n'erano meno di duemila, ad oggi meno di mille», ha detto Tagliavanti durante la presentazione di AltaRoma fashion week, evento che si terrà fino al 20 febbraio.

Imprese vulnerabili, rischi insolvenza e fallimenti in crescita

Molte botteghe non vogliono essere riconosciute storiche

C’è però chi ancora resiste tra gli artigiani al centro di Roma. Come l’ospedale delle bambole in Via Ripetta, dove si aggiusta tutto ciò che è finito in pezzi da tre generazioni. Oppure la salsamenteria Ruggeri a Campo de’ Fiori, riconosciuta come bottega storica dal Comune di Roma. Molti artigiani, però, questo riconoscimento non l’hanno voluto neanche chiedere, nonostante abbiano i requisiti (il principale è la continuità dell’attività per oltre 30 anni). È quindi chiaro l’intento del presidente della Camera di Commercio di Roma di chiedere l’intervento delle istituzioni per salvare quello che può essere considerato a tutti gli effetti un patrimonio storico della Capitale. Tutelato anche dalla stessa Costituzione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA