Aereo caduto a Nettuno, Bortuzzo: «Gioele e Fabio mi scrivevano spesso per farmi coraggio. Erano nati per gareggiare»

Ultraleggero caduto, Bortuzzo: «Gioele e Fabio mi scrivevano spesso per farmi coraggio. Erano nati per gareggiare»
di Alessia Marani
3 Minuti di Lettura
Lunedì 1 Giugno 2020, 01:15 - Ultimo aggiornamento: 10:19

«Ho appena letto la terribile notizia nella chat del nuoto e visto la loro foto su una storia di Instagram di Gabriele Detti e non riesco a crederci. Gioele è stato tra i primi che mi ha accolto a Roma nell’Aurelia, la mia squadra. Ma Fabio l’ho conosciuto ancora meglio quando è venuto ad allenarsi “a casa mia”, ossia al centro federale di Ostia, per la collegiale nazionale. Due ragazzi splendidi». Manuel Bortuzzo non si capacita. Gioele Rossetti e Fabio Lombini gli erano stati sempre vicino dopo gli spari all’Axa che lo costrinsero alla sedia a rotelle. «Mi scrivevano per farmi forza e ora io non lo posso fare con loro. Ma voglio abbracciare le loro famiglie con tutto il cuore. Perché questo incidente non ha portato via la vita a due ragazzi e basta, ma si porta dietro la devastazione per tutti coloro che gli volevano bene e strappa al mondo del nuoto due atleti di raro valore».

LEGGI ANCHE --> Cade aereo ultraleggero vicino Roma, due giovani morti carbonizzati, uno era azzurro del nuoto

Manuel che ricordi hai di Gioele e Fabio?
«Gioele l’ho frequentato di meno perché dall’Aurelia mi trasferii subito a Ostia per allenarmi. Ricordo però la sua passione per il volo, studiava per fare il pilota e lo raccontava con entusiasmo negli spogliatoi, non per questo in vasca non dava sempre il massimo. Io del volo non ci capivo niente, preferivo le moto. So che era andato tante volte a volare, non era la prima volta, credo fosse esperto. Fabio aveva una passione allucinante per il nuoto. Con lui gareggiavamo sulle stesse distanze, i 200 stile libero. Un atleta meticoloso, scrupoloso al 100 per cento, che ci teneva a fare bene quello che faceva, non trasgrediva mezza regola, non so nemmeno se avesse mai bevuto in vita sua».

Un nuovo dolore per voi ragazzi del nuoto...
«Ho imparato a mie spese che la vita può essere veramente bastarda, oggi ci sei e domani non si sa. Uno esce per fare qualcosa per divertirsi in compagnia, senza fare nulla di male ed ecco che cosa può succedere. L’unica cosa che mi sento di dire in questi momenti è di stare vicino a queste famiglie perché è vero che la vita va avanti ancora, che si deve trovare tanta forza dentro, soprattutto quella che non si pensava di avere, ma per loro, per i genitori, i familiari adesso c’è solo un immenso dolore».

La stessa forza a cui hai dovuto attingere anche tu per andare avanti. Molti giovani, e non solo, ti portano come esempio.
«Ci sono strade in qualche modo obbligate. Io ho sempre detto e non smetterò di ripeterlo anche se è dura, che si può uscire da tutto, ma contro la morte davvero non ho parole. Solo il tempo può aiutare chi resta a superare il dolore».

Come vanno la fisioterapia e i tuoi allenamenti?
«Con l’emergenza Covid c’è stato uno stop, ma conto di riprendere presto. Mai fermarsi».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA