Bollette, costi triplicati. Sos di ospedali e Rsa: «Si rischia di chiudere»

I rappresentanti delle strutture convenzionate: «Servono aiuti»

Bollette, costi triplicati. Sos di ospedali e Rsa: «Si rischia di chiudere»
di Giampiero Valenza
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Giovedì 8 Settembre 2022, 06:38 - Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 08:19

I rincari del costo dell'energia stanno mettendo a dura prova la sanità del Lazio. Gli operatori privati convenzionati che partecipano alla filiera della salute pubblica del Servizio sanitario regionale, sono in crisi. Si tratta di più di 250 tra strutture ospedaliere e Rsa in tutte e cinque le Province del Lazio.
Proprio ieri pomeriggio Aiop, l'Associazione italiana ospedalità privata, ha lanciato il suo Sos all'assessore alla Sanità Alessio D'Amato. Solo loro contano 120 istituzioni sanitarie e socio sanitarie con 12.000 posti letto associati, delle quali circa l'80% è accreditato con il Servizio sanitario nazionale. La presidente e il direttore di Aiop Lazio, Jessica Veronica Faroni e Mauro Casanatta, hanno espresso le loro preoccupazioni direttamente alla giunta Zingaretti perché a rischio è la stabilità del sistema. «D'Amato ci ha assicurato che interverrà presso il Governo - spiega Casanatta - Ci sono imprenditori che ci dicono continuamente di essere a rischio di chiusura se non arrivano interventi». Gli imprenditori della componente privata del Servizio sanitario chiedono soluzioni: tra queste, anche l'ipotesi di aumenti dei rimborsi a tempo, in attesa che rientrino i rincari dei costi energetici.

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IL CARICO
«La situazione è drammatica: gli aiuti previsti per far fronte ai rincari dei prezzi dell'energia e del gas escludono, nel primo decreto legge, gli ospedali accreditati di diritto privato, sebbene noi eroghiamo il 25% dei servizi ospedalieri resi dal Servizio sanitario nazionale», commenta la presidente di Aiop, Barbara Cittadini.
«Abbiamo fatto uno studio sui costi ed è mediamente triplicato, soprattutto sul gas - aggiunge Cittadini - È un incremento che mette a rischio la sostenibilità per garantire le forniture dei servizi».

Nella lista delle emergenze, le esigenze legate alle sale operatorie, le degenze e i costi energetici legati alle apparecchiature come Tac e risonanze magnetiche. Cittadini parla di una «anomalia»: «pur essendo strutture energivore e gasivore» non vengono riconosciute come tali. «Vorremmo essere equiparati alle componenti pubbliche del servizio sanitario che, invece, ha avuto misure diverse - prosegue la presidente di Aiop - Il solo inserimento tra le realtà energivore sarebbe una soluzione non soddisfacente ma, comunque, si tratterebbe di un aiuto importantissimo».

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Il caro-energia «per gli ospedali è una questione di vita o di morte», commenta all'Adnkronos Salute Rocco Bellantone, direttore del Governo clinico della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma e preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. «Con questi aumenti delle bollette - aggiunge Bellantone - non possono reggere. Serve, da parte di questo Governo e non del prossimo, un provvedimento urgente per la bolletta sanitaria'. Nessuna struttura può reggere questi carichi».
PIANO NAZIONALE
Intanto, nel nuovo Piano nazionale di contenimento dei consumi energetici, del Governo, Roma ridurrà l'accensione dei termosifoni di un'ora: potranno essere in funzione per 11 ore al giorno, dall'8 novembre al 7 aprile. Il taglio è di due settimane: nell'ultimo inverno erano rimasti accesi dal primo novembre al 15 aprile.

 

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