Roma, a Boccea ossa e reperti antichi: un giallo tra i cassonetti

Roma, a Boccea ossa e reperti antichi: un giallo tra i cassonetti
di Laura Larcan
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Giovedì 26 Novembre 2020, 22:21 - Ultimo aggiornamento: 22:22

Si fa presto a dire rifiuti ingombranti quando ad essere buttati accanto ai cassonetti sono reperti antichi e non materassi o lavatrici. Saranno quasi una decina le cassette piene di millenari manufatti, con ossa, frammenti di anfore, vasi di ceramica, pilastrini, basi di colonne, un pezzo di mandibola con i denti incastonati. Tutti lasciati per strada, in mezzo alla spazzatura come fossero robaccia. Uno spettacolo surreale, degno del miglior teatro dell’assurdo, se non fosse per un dettaglio: è tutto vero. Una realtà che dopo lo sconcerto iniziale cede il posto agli interrogativi: che cosa sono? Da dove vengono? E perché mai sono finiti al cassonetto? Siamo in via Decio Azzolino, alle spalle del parco Nicholas Green in zona Boccea Torrevecchia. 

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Fondamentale, ieri mattina, l’intervento immediato dei carabinieri, che in forze sono giunti sul posto per recuperare i reperti e metterli in sicurezza.

I militari del comando provinciale dell’Arma hanno avviato verifiche e riscontri per tentare di risolvere il mistero. Una sorpresa inaspettata anche per loro, ritrovarsi di fronte a tante cassette piene di materiale antico. Ad un’osservazione attenta rivelavano la vera sorpresa: contenevano tutti reperti provenienti probabilmente da qualche scavo di cosiddetta archeologia preventiva (quegli interventi con cui gli studiosi indagano i terreni in occasione di cantieri per lavori che interessano il sottosuolo). 


Lo squallore di una scena da discarica a cielo aperto stride con questi reperti speciali che tra sacchetti e plasticacce hanno attirato anche l’attenzione di un nostro fotografo dell’Agenzia Toiati. Le cassette che li contengono sono le stesse che usano gli archeologi nei cantieri di scavo. I reperti sono persino catalogati: alcuni frammenti sono addirittura chiusi in bustine di plastica trasparente, ma tutti sono accompagnati da biglietti che riportano date, coordinate, indirizzi precisi. L’anno che ricorre, dello scavo, è il 2004. Sedici anni fa. I riferimenti sono all’area dell’ex XIX Municipio (oggi diventato XIV), con alcune indicazioni precise sulle strade, come via Pineta Sacchetti. Si legge spesso “TB”, sigla che indica lo scavo di una tomba. Se ne deduce che siamo di fronte a reperti pertinenti, in parte, ad un corredo funerario. Spicca un frammento osseo di mandibola con attaccati ancora i denti. Forse un uomo, più plausibile un animale. Ma fa effetto trovarselo tra bottiglie di plastica e sacchetti. I reperti sono di varia natura, tra ceramiche, colli di anfore, vasi, marmi. Difficile fare una stima del valore economico. 

Prossimo passo dei carabinieri è l’indagine. Possibili piste? Un’ipotesi potrebbe essere quella di un furto da vecchi magazzini di uno scavo archeologico. Forse i ladri si sono disfatti dei pezzi meno piazzabili sul mercato, tenendosi quelli più facili da far girare nella rete clandestina. Altra ipotesi: un’impresa incaricata della sistemazione di un magazzino, che doveva smaltire reperti di scarso valore, ha pensato bene di buttarli al cassonetto. Oppure, un’impresa ha recuperato una baracca di cantiere di un vecchio scavo e ha trovato le cassette abbandonate. E se ne è liberata. Vecchi o dimenticati, fatto sta che è un reato disfarsi di materiali archeologici. Un ritrovamento choc, quello di ieri mattina, che sembra echeggiare quello avvenuto nel luglio del 2019, quando per strada, a Montesacro, vennero scoperte centinaia di denti umani. 
 

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