Roma, bimba muore nella vasca da bagno in un B&B a Termini: madre indagata

Roma, bimba muore nella vasca da bagno in un B&B a Termini: madre indagata
di Giuseppe Scarpa
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Giovedì 18 Luglio 2019, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 08:26

Ha dato alla luce la figlia in una vasca da bagno in un bed and breakfast a due passi dalla stazione Termini. Da sola. Senza l'assistenza di nessuno. Le ha tagliato il cordone ombelicale e poi è crollata. È svenuta. Nel frattempo la piccina moriva dissanguata, senza che nessuno sentisse i gemiti. «Non sapevo di essere incinta», ha detto alla polizia. Gli agenti sono piombati nell'appartamento, in via Turati 140, dopo essere stati chiamati dai padroni di casa. La scena per loro, che sono stati i primi a soccorrere la donna e la piccina, è stata terribile. Il corpo della 29enne, privo di sensi, riverso sul pavimento. E poi il corpicino, senza vita, della neonata, dentro alla vasca da bagno.

La donna è stata subito trasportata in ospedale. Sotto shock. Incapace, in quel momento, di fornire ogni tipo di risposta. Le uniche frasi che ha pronunciato sono state: «Non sapevo di essere incinta, non lo sapevo davvero». Inutile, invece, ogni tentativo di salvare la piccola. Era già morta. Una brutta storia che non si è consumata in questi giorni. Il caso, infatti, risale allo scorso tre maggio. Ma solo ieri si è appresa la notizia.

L'INDAGINE
Adesso spetterà al pubblico ministero Antonio Calaresu fare piena luce su questa vicenda, a lui è stato affidato il fascicolo d'indagine. La ragazza, una sud coreana di 29 anni, in vacanza a Roma, non si era resa conto di essere al nono mese gravidanza. Non solo nei momenti immediatamente successivi alla tragedia, anche dopo, interrogata dagli investigatori, ha continuato, senza sosta a ripetere la stessa cosa. Almeno è questo ciò che ha raccontato agli inquirenti. Nemmeno le persone che l'accompagnavano, a quanto pare, si erano accorti di nulla. Una storia dai contorni poco chiari, che non convince del tutto gli inquirenti.

La procura, in attesa, di poter sviluppare l'inchiesta aveva infatti chiesto al gip il divieto di espatrio per la sudcoreana. Ma il giudice non ha accolto la richiesta della procura, dando per buona la versione fornita dalla sudcoreana. Per questo motivo, la 29enne risulta indagata a piede libero per infanticidio. Per poco tempo ancora non potrà muoversi dall'Italia per via del sequestro del passaporto. Documento che presto le verrà restituito. Perciò, a breve, la donna potrebbe essere libera di rientrare a Seul. Nel frattempo, però, il pm attende il risultato dell'esame autoptico sul corpo della piccola. Relazione che dovrebbe arrivare a breve sulla scrivani del sostituto procuratore Calaresu. Investigatori che, però, non si aspettano grossi colpi di scena dalla relazione del medico legale. Infatti, dall'analisi preliminare, la morte della piccola sembra abbastanza chiara: causata da un'emorragia dopo il taglio, maldestro, del cordone ombelicale e il successivo abbandono, causa svenimento, da parte della madre che non sapeva di essere incinta.

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