Big Mama, cala il sipario: chiude il tempio dei live a Roma. «La pandemia ci ha piegato le gambe»

Riconsegnate ai proprietari le chiavi del locale in via San Francesco a Ripa

Big Mama, cala il sipario chiude il tempio dei live a Roma. «La pandemia ci ha piegato le gambe»
di Raffaella Troili
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Lunedì 30 Maggio 2022, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 11:58

Il Big Mama si arrende. La grande musica dal vivo offerta dallo storico club romano di vicolo San Francesco a Ripa non tornerà a risuonare a Trastevere. «Dopo due anni di strenua resistenza abbiamo dovuto abbandonare e restituire le chiavi del locale. La pandemia ci ha piegato le gambe» ammette Marco Tiriemmi direttore artistico e proprietario del marchio Big Mama club. I problemi sono stati tanti, la lunga stagione del Covid ha messo in crisi lo staff. «Anche la proprietà dello stabile non è stata in grado di comprendere la situazione e di dare l'opportunità di continuare ad andare avanti». Nessuno sconto sugli affitti, nessun aiuto concreto. Non era facile resistere, considerata la tipicità del locale «che non ha spazi all'aperto per cui già normalmente eravamo chiusi giustamente nei mesi estivi. Un aspetto determinante è stata l'impossibilità di modificare l'attività».

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Il Big Mama è nato il 30 marzo del 1984, a inaugurare il palco fu la Roma Blues Band.

Ha visto passare musicisti noti e giovani promesse, per decenni un punto di riferimento per gli appassionati e intenditori di musica dal vivo. Qui suonavano giovanissimi Alex Britti, Federico Zampaglione frontman dei Tiromancino, Roberto Ciotti. Qui si sono esibiti Pino Daniele, Brian May, Dee Dee Bridgewater, Andy Summers, Peter Frampton, Jonathan Richman. E molti altri ancora. «In tanti ci hanno espresso solidarietà ma sul piano concreto non è accaduto nulla, ci siamo trovati soli». Finisce tutto qui? Per ora pare di sì. «Per il momento la nostra esperienza termina qui, l'attività si è fermata il 29 febbraio 2020 giorno dell'ultimo concerto, vediamo dopo l'estate se si potrà ripartire da un'altra parte anche sulla base dei contagi e della pandemia. Cercheremo di concretizzare qualcosa». Ma l'amarezza è grande. Tutta la grande musica è gravitata al Big Mama dagli Anni 80, «con continuità e soprattutto con una formula iniziata proprio negli Anni 80 abbastanza innovativa per la nostra città e che mette lo spettacolo al centro di tutto, non è più un contorno di altre attività». «Quando abbiamo aperto Roma aveva 4 o 5 locali che oggi neanche esistono più, eravamo dei reduci e il nostro impegno è stato sempre ripagato, da una durata immutata e da un pubblico costante nonostante il cambio di generazioni. Risultati molto soddisfacenti, per giunta senza alcun centesimo di soldi pubblici ma dovuti solo ai nostri affezionati clienti, azzerati dal Covid».

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Un triste finale, per ora. «Abbiamo restituito le chiavi del locale, l'attività è terminata. Rimangono il nostro nome e la nostra storia che proveremo chissà a esportare da un'altra parte, magari grazie al sostegno, la collaborazione del Comune di Roma o qualche altra istituzione che raccolga il nostro grido di aiuto».
 

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