Nell'ex centrale elettrica sta crescendo una baraccopoli

Nell'ex centrale elettrica sta crescendo una baraccopoli
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Martedì 4 Giugno 2019, 12:21
Benvenuti nelle favelas di Roma. L'insediamento abusivo è proprio all'ingresso della città, dopo la stazione Anagnina prima degli Studios. La terra di nessuno a pochi metri dagli stabilimenti di Cinecittà insiste nell'area di Frascati, questione di pochi metri: qui da anni si sono insediate tantissime famiglie con baracche e roulotte. Non solo, altre hanno occupato due manufatti: un'ex centrale Enel e una palazzina Wind, almeno una quarantina di persone di etnia romena vivono lì da 5/6 anni. «La baraccopoli sta diventando veramente una città in quell'area - lamentano da tempo i residenti - si sta ingrandendo di giorno in giorno. Gli occupanti, almeno 300 persone, fanno su e già con i loro carrelli sulla Tuscolana, rovistano nei cassonetti, scendono nella metro». La baraccopoli sulla Tuscolana, nascosta da una rete, pare un piccolo campo rom abbandonato, raccoglie almeno una trentina di famiglie. All'esterno c'è di tutto, «loro dicono che è materiale che scaricano gli italiani, forse dietro compenso. Calcinacci, immondizia, ferro, amianto». Anche nel prato di fronte esistono almeno altri dieci insediamenti. Baracche, casette, ogni tanto i vigili del VII gruppo fanno un sopralluogo ma uno sgombero non c'è mai stato. Gli abitanti raccontano che per colpa di questi piccoli insediamenti una strada nuova che collega Cinecittà est alla Tuscolana resta ancora chiusa e senza nome. «Tutta l'area è invasa e stai proprio all'ingresso di Roma, noi residenti da anni denunciano il problema ma questa situazione è ben nascosta e tra Roma e Frascati hanno sempre litigato sulle competenze. I vigili ci dicono: gli buttiamo già le baracche ma poi che le sgombera?.
«E li vediamo aumentare. Forse perché la domenica mattina ad Anagnina ci sono gli arrivi e le partenze dei romeni, la fanno da padroni. Col tempo questo posto è diventato un motel di sbandati».

ANAGRAFE
Era un po' il fiore all'occhiello della città, con le sue carte d'identità elettroniche rilasciate oltre venti anni fa, le sperimentazioni, i servizi all'istante, il teatro, la sede immersa nel verde di villa Lazzaroni. Poi la fusione tra Municipi nel 2013, lo spostamento della sede istituzionale a Cinecittà, il lento declino della Villa e di pari passo lo svuotamento degli uffici hanno cambiato il baricentro del Municipio.
«Sicuramente la fusione ha danneggiato gli abitanti dell'ex IX municipio - spiega Maurizio Battisti, che riunisce i comitati territoriali del VII Municipio - il baricentro politico si è spostato nell'ex Decimo. Se c'è stato sicuramente per tutti un livellamento verso il basso, la periferia è rimasta periferia, mentre la parte più centrale è andata in sofferenza. Sicuramente il livello di pulizia e decoro a cui erano abituati è sceso». Ma se questo è un problema abbastanza comune a Roma, sono i servizi a cominciare dall'anagrafico ad aver cominciato a inciampare tra scarso personale non sostituito e servizi sempre meno puntuali di un tempo. Così si è sparsa la voce che la sede dell'Appio è destinata a chiudere completamente, cosa che la presidente Monica Lozzi smentisce categoricamente. «A Villa Lazzaroni nella sede di via Fortifiocca sono aperti tutti i servizi al pubblico, a Cinecittà ci sono gli uffici». E comunque la doppia sede ha creato disagi ai residenti dell'Appio, abituati a un rapporto di fiducia allo sportello. Ora tra appuntamenti a sei mesi, sportelli informatizzati e pagamenti solo con bancomat, tira una strana aria. Anche i pochi impiegati presenti sembrano in difficoltà, tanta formalità non va a genio neanche a loro, se possono tornano al passato, fanno il giro del bancone e aiutano a compilare il modulo.

ERBACCE
Immobili. E già è una buona notizia. Lo stato di abbandono delle Mura Latine è segnalato spesso dal Comitato dei residenti, di manutenzione non v’è traccia, il torrione dove erano comparse le crepe in seguito al terremoto del 2016 è stato solo ingabbiato, La recinzione impedisce di avvicinarsi alle mura, l’erba alta è rifugio di bisce. «La nostra convenzione non è stata rinnovata, volevano farci pagare l’assicurazione». Il Comitato Parco delle Mura Latine si occupava di 8mila metri. Ora è tutto abbandonato. Ogni tanto si organizzano iniziative spot ma l’entusiasmo è spento. «Sono sotto gli occhi di tutti le Mura stanno subendo un deterioramento. È stata solo messa in sicurezza la torre con lo stemma di Urbano VIII, ma specie il tratto che va da Porta Latina a Porta San Sebastiano è una giungla, un recinto di serpi, con erba a dismisura e capperi che continuano a crescere rischiando di crepare le mura antiche». Spiega Annabella D’Elia appassionata presidente del comitato: «Il pezzetto che va da Porta Metronia a Porta Latina ha bisogno di grande manutenzione: erba alta, panchine rovinate, andrebbe riqualificato veramente. Noi proveremo a piantare alberi, lavorando con la Sapienza per lanciare un progetto e far capire che non sono un bivacco per senza fissa dimora o un parcheggio per pullman. Sono una infrastruttura viva, che vogliamo venga riqualificata. Abbiamo chiesto alla Regione di partecipare, crediamo nella nuova Soprintendenza capitolina a cui abbiamo chiesto un incontro. Preoccupano anche le piante specie quelle in alto andrebbero sfoltite, bisogna capire come stanno ma è tutto abbandonato, c’è bisogno di manutenzione. Lo stesso camminamento è off limits: volevamo aprirlo per l’Appia day ma la Soprintendenza ci ha risposto che non se ne parlava: troppo non pericoloso...».
R.Tro.
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