Baby calciatori abusati da procuratore, la psicologa: «Genitori esposti al sogno del professionismo»

Baby calciatori abusati da procuratore, la psicologa: «Genitori esposti al sogno del professionismo»
di Mauro Evangelisti
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Domenica 26 Maggio 2019, 17:40 - Ultimo aggiornamento: 19:17
«I genitori devono avere il coraggio di affrontare certi argomenti con i bambini e gli adolescenti, devono abituarli a parlare e a raccontare ciò che succede loro, perché nella stragrande maggioranza degli abusi la vittima tace, si vergogna» dice la dottoressa Maura Manca, psicologa, psicoterapeuta e presidente dell’Osservatorio nazionale adolescenza.

La storia dei giovani calciatori abusati da un procuratore che prometteva fulminee carriere sportive in cambio di favori sessuali è solo un tassello di un quadro più oscuro che preoccupa qualsiasi genitore. La domanda di fondo è: come difendo mio figlio quando esce di casa, va a fare sport, a scuola, in parrocchia, in palestra? E come è possibile che già a dodici-tredici anni vi siano procuratori e intrallazzatori a caccia di baby calciatori? Come si è formato questo sottobosco? Ripartiamo dal quadro generale, come si comprende se un bimbo o un adolescente è in pericolo? «Nel caso specifico, il procuratore ha approfittato della vulnerabilità dei ragazzi ma anche delle famiglie - analizza la dottoressa Manca - c’è l’idealizzazione di una possibile carriera calcistica e si abbassano le difese.

Per questo dico che, con parole adeguate, i genitori devono parlare di questi argomenti, del rischio di molestie sessuali, con i figli, in modo che siano loro stessi a raccontare a casa se sono vittime di avances. Ci sono comunque dei segnali da valutare: se l’adolescente mostra un cambiamento delle abitudini, se dorme poco, se svia lo sguardo, deve scattare un campanello d’allarme, senza drammatizzazioni, ma con attenzione. Pensiamo anche all’uso di internet che ha moltiplicato le occasioni di avvicinamento dei malintenzionati, ad esempio di chi si spaccia per minorenne quando i ragazzi on line giocano con i videogame. Un ultimo consiglio: limitate la condivisione delle foto dei figli in rete, usate buon senso, deve anche essere chiaro ai bambini che rendere pubblica una foto non è un’azione banale, può avere conseguenze».

ARMATURE
Dunque, nel quadro più grande della vita quotidiana, la miglior difesa è un’armatura per i ragazzi fatta di informazioni sui rischi che si corrono e di possibilità di raccontare sempre ai genitori se qualcosa non va. Ma la storia del procuratore arrestato descrive altro, mostra un sottobosco senza controllo di persone che gravitano attorno al calcio giovanile, anche quello dei dodici-tredicenni, che promette il paese dei balocchi alle famiglie. Il caso dell’abuso sessuale è l’estremo. «Però c’è chi si fa perfino pagare - racconta Giuseppe Marzotto, presidente dell’Associazione libera agenti sportivi - per garantire al ragazzino un provino. Non ha alcun senso, le squadre serie non chiedono soldi per i provini. Io personalmente penso che sia proprio sbagliato che a dodici-tredici anni si parli di procuratori, ma se proprio una famiglia vuole sceglierne uno, ne consulti vari, non si fermi al primo».

Di solito questi personaggi vanno a seguire le partite giovanili, individuano le famiglie, si presentano, dicono che il ragazzino promette bene e che se vogliono, magari per 500 euro, può esserci il provino con le persone giuste. «Non ha alcun senso - racconta Giorgio Quadrini, già allenatore, oggi presidente e fondatore della Polisportiva De Rossi - Queste cose a quell’età non dovrebbero esistere, è troppo presto, il calcio deve essere un gioco.
E mettere soverchie pressioni in ragazzini, addirittura con la presenza di un procuratore, che spesso è un avvocato che non ha né arte, né parte, un intrallazzatore, è nocivo. Spesso sono proposte che illudono i ragazzini e ottengono l’effetto contrario, causano l’abbandono precoce del calcio per le pressioni eccessive». 
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