Auto, l'ultima odissea: demolizioni bloccate, 60mila rottami in strada

Auto, l'ultima odissea: demolizioni bloccate, 60mila rottami in strada
di Fabio Rossi
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Lunedì 24 Febbraio 2020, 11:07

Sessantamila auto da rottamare, ogni anno, senza impianti adatti per farlo. L’ennesima beffa per i romani, costretti a migrare fuori città per far demolire auto ormai a fine vita: spesso gli automobilisti della Capitale devono andare in altre province, o addirittura in Campania, con forti aggravi dei costi da sostenere, fino a centinaia di euro per liberarsi di macchine ormai inutilizzabili. Ma ci sono anche notevoli problemi ambientali e di decoro: sono sempre di più le macchine abbandonate nelle strade di Roma - la polizia locale ne rimuove migliaia ogni anno, ma continuano ad aumentare - e continua a crescere anche il numero delle vetture affidate a sfasci abusivi, con notevoli danni ambientali. Molti anche i casi, secondo alcuni operatori del settore, di macchine di cui viene ufficialmente denunciato il furto ma che, in realtà, vengono affidate a persone prive di qualsiasi autorizzazione, per smontarne i pezzi e abbandonare le carcasse in discariche abusive: insomma, l’ennesima tegola sul ciclo dei rifiuti di Roma.

Nel 2018 il Campidoglio ha stoppato le proroghe alle concessioni degli autodemolitori, facendo partire una serie di determine di chiusura alle attività, con richiesta di effettuare lavori di adeguamento ambientale. Ma nessuna delle imprese si è adeguata, né l’amministrazione comunale si è attivata per trovare aree alternative per queste attività. Risultato: a Roma è impossibile persino rottamare un’ auto. Ma come si è arrivati a questa situazione? Dal 1989 le autorizzazioni sono state sempre rilasciate in via provvisoria annualmente o semestralmente, in alcuni casi addirittura trimestralmente. Scattato lo stop, queste imprese restano aperte soltanto per trattare i pezzi di ricambio, ma non possono trattare veicoli da rottamare.

Dalla Regione è arrivato, a fine 2018, un emendamento al bilancio che prevede appunto il rilascio di permessi temporanei nelle more del piano di delocalizzazione in programma dagli anni ‘90: una norma che gli enti locali non hanno mai attuato. Lo stallo venutosi a creare tra Campidoglio, Regione e autodemolitori ha quindi portato alla chiusura di 58 impianti, che smaltivano 60 mila dei 145 mila veicoli rottamati, ogni anno, nel territorio della Città metropolitana.

In consiglio regionale è stato quindi presentato un ordine del giorno, targato Pd, in cui si impegna la giunta a «mettere in atto tutte le azioni possibili per l’individuazione, all’interno del Comune di Roma, di siti idonei, regolari, ambientalmente compatibili e a norma di legge», per rottamare auto e moto. «Abbiamo presentato questo ordine del giorno perché il servizio di autodemolizione è un pezzo importante del ciclo dei rifiuti e il Comune di Roma deve poter essere autosufficiente, anche perché il territorio della provincia non può essere considerato come la pattumiera della Capitale», sottolinea Eugenio Patanè, consigliere regionale dem.

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