Atac, ultimo spreco da 5 milioni: dietrofront sul soccorso ai bus. Il carro attrezzi c'è, manca il personale

Un autobus rotto bloccato
di Pier Paolo Filippi
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Mercoledì 19 Febbraio 2020, 10:59

Prima hanno speso oltre un milione di euro per comprare i mezzi per effettuare il servizio in casa, poi si sono accorti che non c'è abbastanza personale per svolgere il lavoro e sono ora costretti a ricorrere a un appalto esterno, di altri 5 milioni. Succede all'Atac, l'azienda capitolina di trasporto pubblico, in concordato preventivo e alle prese con una già difficile operazione di risanamento, nella quale ogni singolo euro andrebbe gestito con oculatezza. Alla fine di gennaio, invece, Atac ha bandito una gara d'appalto, dal valore di circa 5 milioni, per affidare il servizio di recupero degli autobus che si guastano in strada, facendo un'improvvisa retromarcia rispetto alla decisione di internalizzare il servizio con mezzi di sua proprietà e con personale proprio. Una scelta che era stata presa lo scorso anno, in seguito ai problemi riscontrati con i vari appalti che si sono susseguiti nel tempo, fino alla paralisi vissuta nel 2018 quando la società che allora aveva l'appalto, la Corpa, aveva rifiutato di lavorare in proroga.

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Per portare il servizio all'interno, si legge nel provvedimento con cui il direttore generale di Atac autorizza il bando, l'azienda aveva anche provveduto all'acquisto di 4 trattori e di un carro soccorso. Si tratta di automezzi che servono per riparare sul posto gli autobus che si rompono in strada ed eventualmente rimorchiarli fino alle officine. Costati complessivamente circa 1,2 milioni, come risulta dai documenti relativi alle gare per il loro acquisto, sarebbero dovuti entrati in servizio, manovrati dal personale dell'Atac, in questo mese di febbraio, se non fosse che l'azienda ci ha ripensato, bandendo un nuovo appalto ora che quello attuale in mano al raggruppamento temporaneo di imprese costituito da Italmeccanica-Ares Automotive è in scadenza. Il gruppo di lavoro aziendale incaricato di studiare la modalità organizzativa dell'attività di internalizzazione del servizio, infatti, si è accorto che il fai da te allo stato attuale non è possibile. Il punto dolente è il fabbisogno di operatori di esercizio, ossia del personale che dovrebbe essere destinato al servizio di recupero degli autobus guasti. I 300 operatori di esercizio che in coerenza con il piano concordatario prevede di assumere nel 2020, scrive il dg di Atac, sono integralmente necessari per rispettare il budget di produzione chilometrica. E anche eventuali ulteriori possibilità di attingere alle assunzioni di personale, comunque in numero limitato rispetto ai fabbisogni chilometrici del piano industriale, dovrebbero essere destinate alla sostituzione di personale di guida. Personale da dedicare al recupero degli autobus, insomma, non ce n'è, dal momento che il valore aggiunto generato dall'internalizzazione del servizio di traino sarebbe inferiore alla perdita di chilometri in esercizio derivante dalle conseguenti carenze di personale.
Un bel pasticcio insomma, intorno a uno dei punti più dolenti dell'organizzazione del servizio di trasporto pubblico. Nonostante l'acquisto di nuovi autobus entro la fine dell'anno dovrebbero essere 328 il numero di avarie alle vetture è ancora elevato, è in crescita e comporta un notevole perdita di chilometri percorsi, anche se i numeri presentati dall'azienda relativi al mese di gennaio segnalano un miglioramento del servizio bus. Tanto che anche il Campidoglio, nelle trattative con la sua municipalizzata per il rinnovo del contratto di servizio, ha chiesto alla sua azienda uno sforzo in più, fissando l'obiettivo a 103 milioni totali di chilometri nel 2020, ossia 17 milioni di chilometri di corse in più nel 2020 rispetto agli 86 percorsi lo scorso anno. Per Atac, praticamente, si tratterebbe di garantire almeno un bus in più ogni ora su tutte le linee.
 

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