Roma, le porte girevoli di Atac: dal 2010 ad oggi un manager l'anno

Roma, le porte girevoli di Atac: dal 2010 ad oggi un manager l'anno
di Ernesto Menicucci
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Sabato 13 Giugno 2020, 12:30 - Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 11:54

L'ultimo (per ora) della serie è Giovanni Mottura, commercialista romano, classe '64, già cooptato dai Cinquestelle alla guida di Roma Metropolitane. Ma, prima di lui, sulla poltrona che scotta di capo azienda dell'Atac - che sia nel ruolo di amministratore delegato o di direttore generale - in via Prenestina, dal 2010 ad oggi si sono succeduti la bellezza di dieci manager diversi: uno all'anno, in media, naturalmente con periodi di "reggenza" diversi.

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Si parte dal 2010, epoca della giunta Alemanno, quando il consiglio comunale vota all'unanimità la fusione per incorporazione delle tre aziende del Trasporto pubblico locale: Trambus e Met.Ro confluiscono in Atac, a capo della quale viene messo Adalberto Bertucci, commercialista anche lui, uomo di riferimento del centrodestra. A ottobre 2010, però, viene sostituito da Maurizio Basile, già capo di gabinetto del Campidoglio, che resta in carica fino ad aprile del 2011: sono mesi burrascosi, segnati dall'esplosione del caso Parentopoli, le assunzioni clientelari avvenute prima dell'arrivo di Basile.

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Al suo posto, Carlo Tosti che resiste fino a settembre del 2012, quando dopo l'ennesima burrascosa riunione lascia anche lui. Gli subentra Roberto Diacetti, in passato a Risorse per Roma e in futuro all'Eur Spa, che a sua volta viene sostituito quando sale sul colle capitolino Ignazio Marino come sindaco. E' lo spoils system, bellezza. A via Prenestina arrivano prima Danilo Broggi, poi Francesco Micheli, infine - ma siamo già quasi ai titoli di coda della giunta Marino - Mario Rettighieri, che Renzi avrebbe voluto nel "Dream team" durante il commissariamento Tronca, dopo la caduta del sindaco-chirurgo con le dimissioni dal notaio dei consiglieri pd.

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A sua volta, nelle porte girevoli Atac, Rettighieri lascerà poco dopo la vittoria di Virginia Raggi e dei Cinquestelle: è il primo settembre 2016, e quel giorno lasceranno tutti insieme i vertici di Atac, quelli di Ama, oltre all'assessore al Bilancio Minenna e alla capo di gabinetto Raineri. E' il primo terremoto della giunta Raggi appena nata. E siamo alla storia recente. Dopo Rettighieri tocca a Bruno Rota, che entra quasi subito in rotta di collisione con la sindaca e la maggioranza. A luglio del 2017 le dimissioni e l'arrivo di Paolo Simioni, che si trova ad affrontare la vicenda concordato. E' rimasto tre anni, tutta la durata del mandato. All'Atac, è praticamente un record assoluto.
 

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