Atac, i furbetti dei certificati. «Risarciscano 23mila euro»

Atac, i furbetti dei certificati. «Risarciscano 23mila euro»
di Michela Allegri e Valentina Errante
3 Minuti di Lettura
Sabato 12 Dicembre 2020, 00:13

Certificati medici falsi, che attestavano malattie dei figli piccoli, o finti ricoveri ospedalieri e visite specialistiche, che consentivano agli autisti di Atac di rimanere a casa. 
Una vicenda raccontata lo scorso anno da “Il Messaggero” ed è proprio in seguito alla pubblicazione degli articoli che la Corte dei Conti ha avviato verifiche. E adesso, conclusa l’istruttoria, il vice procuratore generale, Massimiliano Minerva, contesta ai dipendenti della municipalizzata un danno erariale da risarcire di 23.254 euro. Sono otto autisti accusati di «giorni di assenza falsamente giustificati sotto forma di permessi retribuiti» e ritenuti responsabili anche dei minori introiti per l’azienda dovuti alla mancata prestazione del servizio ossia ai «chilometri persi» tra il 2011 e il 2018. 

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LA VICENDA
Dopo la pubblicazione dell’articolo del Messaggero, la Corte dei Conti aveva delegato il nucleo di polizia economico finanziaria di Roma a eseguire accertamenti ed era così emerso che nel febbraio 2018 il presidente del consiglio di amministrazione di Atac, Paolo Simioni aveva presentato una serie di denunce alla magistratura ordinaria nei confronti di alcuni autisti.

La vicenda riguardava appunto il sospetto che i dipendenti presentassero certificati falsificati per fruire del congedo parentale in caso di malattia dei figli, ma anche attestazioni di visite specialistiche e ricoveri ospedalieri inesistenti che giustificavano le assenze dal lavoro. La magistratura ordinaria aveva già avviato le indagini: tre procedimenti penali per falso e truffa (uno è ancora in fase di udienza preliminare, su un altro sono in corso le indagini, mentre due autisti sono stati assolti in primo grado e il pm ha impugnato la sentenza) che hanno consentito alla magistratura contabile di stabilire, al di là delle responsabilità penali che il danno per l’amministrazione c’è stato. Soprattutto sulla base delle dichiarazioni dei medici sentiti dai pm. 

FINTE MALATTIE
La magistratura contabile ha acquisito i verbali dei medici sentiti dai pm che indagavano sugli autisti. Uno di loro ha dichiarato: «Tutti i certificati recano una firma che non è la mia né sono compilati da me come faccio solitamente». E un’altra dottoressa: «Ì certificati sono da me compilati come faccio solitamente, mentre quelli al numero d’ordine pur recanti la mia firma e timbro ufficiale regionale corretto, sono stati compilati con una calligrafia diversa dalla mia».

LE CONCLUSIONI
Scrive adesso il viceprocuratore generale Minerva: «Dalle attività istruttorie è emerso un danno per le pubbliche finanze di Atac per un importo di 23.254 retribuzione relativa ai giorni di assenza falsamente giustificati, come accertato in sede penale, sotto forma di permessi retribuiti e di quota parte della retribuzione oraria mensile». Alcuni degli accusati avrebbero anche inserito nella banca dati dell’azienda informazioni destinate a giustificare assenze dal lavoro di altri dipendenti amministrativi. Adesso gli otto, ritenuti responsabili in misura diversa, a seconda dei giorni di assenza, avranno 45 giorni di tempo per presentare le proprie deduzioni. Altrimenti si troveranno a dovere risarcire il danno.
 

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