AstraZeneca, con lo stop a Roma 50 mila richiami a rischio

AstraZeneca, con lo stop a Roma 50 mila richiami a rischio
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 15 Marzo 2021, 23:40

Sono le 16.30 quando esplode la “bomba”: stop in tutta Italia all’uso del vaccino AstraZeneca e nel Lazio le ripercussioni sono immediate con un risvolto ancora peggiore, a rischio ci sono circa 50 mila richiami. 

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Le somministrazioni si interrompono all’istante ma si crea una frattura inevitabile tra chi in mattinata era riuscito a ricevere la dose e chi di fronte ai centri hub dedicati viene rimandato a casa nel pomeriggio.

Su circa 7 mila vaccinazioni previste, il 30% non ha seguito. Ne consegue il blocco sia sulle nuove somministrazioni - altre 7 mila quelle congelate solo per oggi - sia sulle prenotazioni degli over 70 a cui pure era stato permesso l’uso di questo vaccino che non potranno più fissare un appuntamento e dovranno ricercare un posto per Pfizer o Moderna. Ma la coda è lunga e se l’Ema non sbloccherà la situazione queste persone si potranno vaccinare forse ad agosto provocando di fatto un ritardo enorme sulla campagna vaccinale nella Regione che rischia il tracollo.

Altro che immunità di gregge. C’è pure il problema di cosa fare con chi dai primi di febbraio ha ricevuto la prima dose del vaccino. Saranno richiamati? E quando? Al momento non è dato saperlo. La Regione appena diffusa la nota dell’Aifa sulla sospensione dell’antidoto al Covid-19 informa che tutti i 35 hub regionali incaricati di somministrare l’AstraZeneca chiuderanno. Si va dal centro di Fiumicino all’hub di Termini e della Nuvola. A fermarsi sono anche 2 mila medici di famiglia. «Auspichiamo una rapida ed inequivocabile definizione da parte di Aifa - commenta l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato - altrimenti questo potrebbe rappresentare un danno enorme ed irrecuperabile alla campagna vaccinale in corso, poiché il vaccino AstraZeneca è quello maggiormente opzionato in base agli accordi preliminari sottoscritti dalla Commissione europea». 

I NUMERI

Finora nel Lazio questo vaccino è stato somministrato a 157.800 persone, si tratte di prime dosi erogate a sanitari (medici liberi professionisti), forze dell’ordine (polizia, carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco) docenti e personale scolastico. Nei frigoriferi delle Asl e degli ospedali del Lazio restano in giacenza più di 42 mila dosi che da oggi non saranno somministrate mentre è a rischio la consegna da 100 mila dosi attesa per fine mese. Chi si era vaccinato i primi di febbraio, poi, rischia di non poter fare il richiamo. L’Ema ha convocato una riunione straordinaria per il 18 marzo (dopo tre giorni dallo stop di Aifa) e se la situazione dovesse protrarsi a lungo, almeno un terzo dei vaccinati nel Lazio rischia di perdere il richiamo. Nello scenario peggiore, se non arriverà lo sblocco 157.800 persone non avranno il richiamo, nell’ipotesi migliore a seconda di quanto durerà il divieto c’è una percentuale crescente di cittadini che potrebbero fermarsi alla prima dose.

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A titolo esemplificativo: se il blocco durasse due settimane già quelli che si sono vaccinati i primi di febbraio potrebbero superare il tempo massimo per ricevere la seconda iniezione. Per le vaccinazioni svolte con AstraZeneca «la Regione non ha ravvisato eventi avversi» fanno sapere dall’Unità di crisi, salvo febbre e dolori muscolari. Unica consolazione è quella che le prenotazioni e le vaccinazioni per gli over 80, per i cittadini estremamente vulnerabili e per i disabili o con un’invalidità al 100% continueranno regolarmente in ragione del fatto che a loro sono riservati i vaccini Pfizer e Moderna mentre il Covid-19 non dà tregua. Ieri nella Regione si sono registrati 1.536 nuovi positivi (meno 276 casi sul giorno precedente) ma sono crollati i tamponi: 4.256 in meno, mentre continuano a salire decessi, ricoveri ed occupazioni nelle Terapie intensive.

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