Ci è voluto quasi un anno, ma il Campidoglio - azionista unico della municipalizzata - ha finalmente avallato il piano assunzione dell'azienda, che l'amministratore unico Stefano Zaghis aveva ripresentato lo scorso 30 aprile. Ora mancano l'accordo sindacale (alle sigle non piace l'alto numero di part-time) e il bando per il reclutamento. Ma intanto va registrato il tanto agognato avallo politico, con Roma Capitale che si è mostrata più generosa del previsto.
Durante un vertice di lunedì scorso tra il direttore generale Franco Giampaoletti e le rappresentanze sindacali, ha aumentato di 50 unità il numero degli operatori ecologici e, soprattutto, si è impegnata a garantire una corsia preferenziale per i dipendenti di Multiservizi che si occupano di raccolta dei rifiuti delle Und (le utenze non domestiche, cioè bar, ristoranti e negozi) proprio per conto di Ama e sono sempre più prossimi al licenziamento.
Secondo Zaghis quest'informata è a costo zero. Anche perché nell'ultimo triennio si sono registrate uscite di 458 dipendenti, con il risultato che soltanto per 2017 e 2018 si è già avuto un risparmio del costo del lavoro di 11,6 milioni di euro. Senza contare che, come si legge nel piano assunzionale, «il costo medio dell’operatore ecologico attualmente in organico è pari a € 42.724 euro/anno, a fronte di un costo medio di un neo-assunto pari a € 23.675 euro/anno» a tempo pieno.
Questi i numeri, ma il nuovo reclutamento s'interseca a problematiche strategiche e organizzative che da tempo bloccano l'azienda.
L'amministratore unico, come i suoi predecessori, lamenta di avere pochi dirigenti a disposizione. Dei 4mila addetti alla raccolta e allo spazzamento, un terzo rientra nella categoria degli "inidonei", inabili a svolgere alcune mansioni. Anche oggi che si raccolgono a settimana poco più di 37mila tonnellate a settimana di spazzatura indifferenziata.
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