Roma, rientro all'asilo: «Niente misura della temperatura»

Roma, rientro all'asilo: «Niente temperatura»
di Francesco Pacifico
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Domenica 26 Luglio 2020, 00:31

Niente temperatura misurata ai bambini dei nidi e delle scuole dell’infanzia (quelli che un tempo si chiamavano asili) in capo direttamente a Roma Metropolitana. E non soltanto perché le linee guida del governo - quelle che sta ultimando il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina - non lo prevederanno. Dal Campidoglio ammettono candidamente che, stando ai contratti di lavoro, nessuna figura presente in queste scuole (maestre, operatori, bidelli o amministrative) è autorizzata a farlo. Se ne occuperanno a casa i genitori.

Le due task force messe in campo dell’assessore al Welfare e alla Scuola, Alessandra Mammì - e alle quali hanno partecipato anche sanitari dell’Istituto Spallanzani - non hanno inserito l’obbligo di misurare la temperatura agli alunni all’ingresso della scuola. È previsto soltanto che i genitori firmino una liberatoria, nella quale garantiscono di non mandare i loro figli se febbricitanti, prendendosi tutte le responsabilità in caso contrario. Nulla di più.

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CRITICITÀ
Dal Comune danno due spiegazioni per questa scelta: al di là delle disposizioni nazionali, si fa notare che per motivi di natura burocratica, non si può chiedere a un insegnante oa un bidello di prendere la temperatura: sia perché non è previsto negli incarichi per i quali sono messi sotto contratto sia perché non sono formati. Detto questo, ammette un dirigente capitolino: «Abbiamo pure provato a spingere su questa misura, ma i rappresentanti delle maestre e degli amministrativi ci hanno spiegato che se volessimo misurare la febbre con i termoscanner a bambini piccoli e scatenati, le lezioni partirebbero con un’ora di ritardo. Ragionamento molto pratico, per carità, ma anche scivoloso visto i rischi di questa fase». 

Non accetta queste motivazioni Giovanni Figà Talamanca, assessore all’Istruzione del I Municipio: «Il discorso è inaccettabile. Intanto perché le linee guida del Comune possono integrare quelle nazionali. Poi, nei centri estivi è obbligatorio prendere la temperatura e non mi sembra che l’operazione sia più complessa del dovuto. Si fa negli aeroporti, si fa nei centri commerciali, dove non ci sono meno persone, non capisco quale sia il problema a effettuare la misurazione anche nelle scuole». Conclude l’assessore del I: «Un termoscanner poi costa 40-50 euro, ne servono al massimo 3 per ogni istituto. E non mi si venga a parlare di contratti e competenze, perché il grosso dei bidelli è fornito da ditte esterne, gli si può cambiare il contratto, come è stato fatto per lo staff della sicurezza nei bar, nei ristoranti o negli stessi commerciali». 

Proprio i mugugni di alcune associazioni dei genitori starebbero spingendo il Comune a valutare la misurazione della temperatura per maestre, operatori e amministrativi. Anche su questo fronte si aspettano le linee guida del governo, ma alcune città come Palermo hanno reso obbligatorio l’uso dei termoscanner per tutti all’ingresso delle scuole dei più piccoli.

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