Asili nido Roma, mancano le classi: l’apertura slitta al 14 settembre

Asili nido, mancano le classi: l’apertura slitta al 14 settembre
di Francesco Pacifico
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Venerdì 24 Luglio 2020, 00:30

Slitta a metà settembre la riapertura dei nidi per l’infanzia comunali. In attesa della pubblicazione dell’anagrafe vaccinale da parte della Regione (arriverà il 9), queste strutture inizieranno il 14 settembre come le scuole per l’infanzia. Lavori in corso nella macchina comunale per prepararsi, con l’emergenza Covid non ancora rientrata, alla ripartenza negli istituti di competenza: 460 nidi (per la fascia 0-3) e 544 scuole per l’infanzia (4-5), con circa 6mila docenti assunti direttamente da Roma Capitale. Se la data di avvio è sostanzialmente decisa, gli uffici del Campidoglio stanno in queste ore risolvendo un nodo fondamentale per la ripresa: gli insegnanti di ruolo e i supplenti. Su questo fronte il Comune è partito da due elementi.

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Intanto i sostituti saranno reclutati per un anno e non più giornalmente anche per ridurre i rischi di contagio da Covid. Stando alle bozze sulle linee guida del Campidoglio, ogni classe nei nidi potrà ospitare non più di 7 bambini, con uno o due operatori in base agli orari, mentre nelle scuole per l’infanzia il tetto dovrebbe scendere da 21 a 16 allievi per ogni maestra. Di conseguenza, servirebbero almeno mille supplenti in più rispetto agli scorsi anni. L’assessore al Personale, Antonio De Santis, sta valutando le coperture economiche necessarie. In attesa delle linee guida del ministero dell’Istruzione, il Campidoglio avrebbe stilato le sue prescrizioni per ripartire in sicurezza nei suoi istituti, che integreranno quelle del governo. Le hanno redatte due task force volute dall’assessore Alessandra Mammì, alle quali hanno partecipato anche medici dello Spallanzani. Come detto, il primo punto affrontato è stato il numero degli allievi. Ma la scelta di ridurre il tetto negli asili creerà non pochi problemi per la mancanza delle aule necessarie. Da Palazzo Senatorio fanno sapere di aver recuperato almeno una cinquantina di locali, trasformando in aule cucine e biblioteche. Ma ne serviranno almeno il triplo in più, visto che soltanto nel I Municipio c’è un deficit di 25 locali.

 

I RISCHI DI CONTAGIO

Per ridurre i rischi di contagio, poi, si consiglia sia di mantenere un metro di distanza sia di evitare che una singola scolaresca e i suoi insegnanti entrino in contatto con altri bambini. Anche quando frequenteranno le aree giochi all’aperto. In quest’ottica le mamme non potranno entrare in classe per prendere i loro piccoli, che gli verranno consegnati all’esterno del plesso. Il pasto sarà consumato in aula e arriverà da fuori. Tutti i materiali utilizzati dovranno essere monouso. Sul fronte della sicurezza sanitaria, a una sanificazione prevista a inizio dell’anno scolastico dovranno seguirne altre a cadenza ravvicinata. Igienizzazioni di banchi e giochi al termine di ogni lezione. I genitori dovranno poi firmare un protocollo nel quale accettano di non mandare i propri figli a scuola con la febbre.
 
 

I PROBLEMI

Altro nodo da risolvere, poi, quello delle liste d’attesa dei nidi. Il Campidoglio, prima dell’approvazione delle linee guida nazionali, ha pubblicato le graduatorie per le iscrizioni, non specificando ancora la data di apertura e i posti realmente disponibili. Una postilla che ha messo in crisi 600 famiglie in liste d’attesa. Ermenegildo Rossi, segretario dell’Ugl di Roma e Provincia, ha denunciato che «li gestori dei nidi “convenzionati” come l’associazione “Onda Gialla” sostengono che, se il Comune non comunica al più presto le linee guida, saranno costretti a tagliare i posti comunali non accogliendo le nuove iscrizioni». Intanto si lavora anche per la riapertura nei cicli superiori, cioè dalle elementari in sù. Gli assessori e i dirigenti del Comune, Regione, Ufficio scolastico stanno incontrando i municipi e i presidi. Rocco Pinneri neo direttore generale dell’Ufficio scolastico, ha confermato che con l’aiuto dei commissario Domenico Arcuri saranno a breve acquistati i 300mila banchi monoposto che mancano nei plessi della Capitale. Da risolvere ancora due criticità non meno insormontabili: l’affollamento nelle classi romane e i maggiori fondi che i minisindaci chiedono per la manutenzione.

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