Ad Ariccia protestano i gestori delle fraschette: «Senza interventi chiuderemo»

La protesta dei gestori delle fraschette ad Ariccia
di Enrico Valentini
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Giovedì 30 Aprile 2020, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 15:23

Luci accese e ristoratori in strada ad Ariccia e Castel Gandolfo per il flash mob organizzato dagli imprenditori per tenere alta l’attenzione dei Comuni e dei cittadini sui gravissimi problemi finanziari della categoria. Chiusi da quasi due mesi e ancora costretti a restare inattivi anche a maggio i gestori di decine di fraschette, ristoranti e pizzerie si sono ritrovati martedì sera, davanti ai loro locali, manifestando tutto il loro disagio per una situazione al limite della sopportazione. Ad Ariccia le insegne accese hanno fatto piena luce sulla miriade di incognite poste dalla forzata chiusura. Gravissima la preoccupazione per i debiti verso i fornitori e le banche, le bollette delle utenze e gli affitti ancora da saldare e una disponibilità di denaro sempre più scarsa tanto da mettere a rischio anche le spese familiari.
 



E poi le tasse, quelle locali e quelle statali, che come hanno scritto chiaramente se uno degli striscioni affisso su alcune fraschette «se non c’è diritto al lavoro, non c’è il dovere di pagare i tributi». La prospettiva è incertissima: «I locali sono piccoli e non si vede come si possa distanziarei tavoli». Tra le richieste più immediate quella di azzerare le tasse comunali, prime fra tutte la tassa sui rifiuti, e i tributi dovuti per l’occupazione del suolo pubblico. I ristoratori chiedono l’abolizione delle tasse per l’intero anno in corso. «Preoccupazioni che ormai angosciano tutte le nostre giornate – dice Maurizio Zamparini, tra i promotori della protesta e rappresentante delle fraschette di Ariccia -. Non abbiamo più risorse per fronteggiare la situazione che si è creata e i dubbi su come si potrà tornare a lavorare al momento della riapertura, a quali condizioni e con quali ritorni in termini di incassi non ci fanno dormire la notte».
Al centro di Castel Gandolfo, invece, nelle stesse ore sono scesi in strada i ristoratori del borgo storico che hanno aderito alla manifestazione nazionale “Risorgiamo Italia” . Botteghe illuminate per una situazione che nessuno di loro può più reggere a lungo. Ieri mattina, le difficoltà della categoria sono state rappresentante al sindaco Milvia Monachesi che ha ricevuto gli imprenditori sotto il palazzo comunale. I ristoratori hanno consegnato simbolicamente al primo cittadino le chiavi dei loro locali chiedendo di intervenire presso la Regione e il Governo: vogliono finanziamenti a fondo perduto. Dal Comune, invece, si aspettano decisioni per eliminare la tassazione locale per l’anno in corso e decisioni che permettano l’ampliamento dell’occupazione del suolo pubblico.
Ieri mattina le trecentodieci chiavi consegnate martedì pomeriggio dai commercianti di Albano, Cecchina e Pavona al sindaco della città sono state portate a Monte Citorio dal deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni. Nel suo intervento in aula Silvestroni ha mostrato le chiavi dei negozi per sottolineare con forza il grave disagio che attraversa la categoria lungo tutta la penisola, chiedendo l’immediato intervento del ministro delle Attività produttive. Ad Albano, nel pomeriggio, si è tenuta la prima videoconferenza tra i tecnici comunali, l’assessore al Commercio e alcuni rappresentanti dei commercianti per un primo tavolo di lavoro: si lavora ad una drastica riduzione per tutto l’anno della tassa occupazione suolo pubblico e della tassa sui rifiuti e per facilitare, dove possibile, un ampliamento dell’area pubblica a disposizione delle attività.
 
 

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