Ardea, la lettera della madre del killer Andrea Pignani: «Come si può perdonare? Andrea ha fatto una strage». Oggi i funerali di David e Daniel

Ardea, la lettera della madre del killer Andrea Pignani: «Come si può perdonare? Andrea ha fatto una strage». Oggi i funerali di David e Daniel
di Alessia Marani
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Sabato 19 Giugno 2021, 01:19 - Ultimo aggiornamento: 17:16

Una pagina e mezzo, righe scritte in corsivo con la penna nera su un foglio A4 diviso a metà. Mamma Rita Rossetti racchiude parole ed emozioni in questa lettera scritta con la figlia, Cristina, e indirizzata alle famiglie delle «vittime innocenti» del suo primogenito, il 34enne suicida Andrea Pignani, il killer di Ardea. Lo fa nel giorno dei funerali dei piccoli David e Daniel, i fratellini di 5 e 10 anni freddati a bruciapelo insieme all’anziano Salvatore Ranieri. L’addio ai due bambini si terrà oggi alle 14 nella chiesa di Regina Pacis, a Ostia. Parteciperà anche la sindaca Virginia Raggi, una delegazione del Governo e della Regione Lazio. L’area sarà presidiata dalla polizia, si attende una grande folla. I genitori hanno chiesto rispetto: «Niente show», hanno fatto sapere tramite il legale Diamante Ceci. 

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Rita, ex impiegata ministeriale, ha la voce strozzata dalle lacrime mentre legge quelle righe nel salottino della casa di una parente, a Spinaceto, periferia sud della Capitale.

La villetta di Ardea dove viveva con il figlio è ancora sotto sequestro. I carabinieri proprio ieri sono tornati per un nuovo sopralluogo, portando via una montagna di documenti cartacei alla ricerca di informazioni sullo stato di salute di Pignani (prendeva le «goccine» per dormire, ma i militari cercano anche tracce di psicofarmaci e di integratori alimentari che il ragazzo avrebbe assunto per dimagrire, incalzato dall’ex fidanzata) e di un possibile movente. 


L’INCIPIT
«Come madre e moglie sono profondamente addolorata e sconvolta per il gesto folle, efferato e violento di mio figlio, davanti al quale non mi do pace né ragione, come voi. Il gesto insano di mio figlio, che ha provocato la morte di Salvatore, Daniel e David, anime innocenti, ha gettato nel dolore e nella disperazione le vostre famiglie e la mia», comincia così la lettera. La donna, assistita dall’avvocato Marco Mellacca, spiega che «non abbiamo la forza per andare al funerale. Lo so che non è la stessa cosa, ma anche il nostro è un grande dolore, per questo abbiamo deciso di scrivere».

Nella lettera Rita si chiede «come si può arrivare a tanta ferocia, a spezzare vite...». Ribadisce che quanto è accaduto «non può essere giustificato in alcun modo» e di sentirsi «impotente davanti alla vostra tragedia». Infine è consapevole «che ci sono cose che il tempo non può accomodare, ferite talmente profonde che lasciano il segno e ti cambiano la vita inesorabilmente, perché indietro non si torna».

Da ultimo una richiesta: «Permettetemi solo di stringermi con tutto il mio dolore e quello della mia famiglia al vostro che sarà lungo e incolmabile». Un abbraccio ideale che arriva al termine di quella che ha tutte le caratteristiche di una «strage all’americana», quando un pazzo esce di casa e spara. Domenica mattina Rita aveva visto uscire Andrea, faceva molto caldo, ma lui aveva una felpa, i guanti e lo zaino, a ripensarci ora sembrava un combat. «Gli ho chiesto “dove vai?”, e lui: “a fare una passeggiata”. Dopo 10 minuti è tornato ed è risalito in mansarda. Poi sono subito arrivati i carabinieri». Pochi minuti per uccidere. «Se gli ho chiesto perché avesse la felpa? Ma che vai a dire a uno di 35 anni, l’avrei solo irritato». Ora si può perdonare quel che ha fatto il figlio? «Ha fatto un gesto incredibile, come si può. Però io sono la mamma, non posso disconoscerlo». 


I MESSAGGI
Forse il raid era premeditato nella testa di Pignani. Di sicuro aveva ragionato su due messaggi da mandare rispettivamente alla madre e alla ex fidanzata in Brasile. Due messaggi “postumi”, ossia arrivati a destinazione che era già morto: «Quando leggerai io già non ci sarò più, mi sarò tolto di mezzo», le parole piombate come un colpo al cuore sul telefonino di Rita domenica dopo le 17 quando i carabinieri la stavano interrogando in caserma. Gli inquirenti hanno sequestrato i telefoni, oltre ai due portatili del 34enne che era un abile ingegnere informatico. Ritengono di potervi trovare elementi utili a capire come e perché abbia architettato la strage. Forse troveranno altri messaggi. Martedì il pm conferirà l’incarico ai periti per gli accertamenti informatici irripetibili. Ci sono ancora due punti affatto chiari della vicenda: come mai Pignani non era in cura e perché nella sua disponibilità c’era ancora la 7.65 appartenuta al padre defunto? Un rebus che le indagini dovranno risolvere. Altri i quesiti per mamma Rita: potevano essere aiutate lei e Cristina a curare Andrea? «Questo è un grande punto interrogativo - dicono - nessuno lo ha obbligato», lasciando intendere che personalmente si sarebbe rifiutato. Ha qualcosa da rimproverarsi mamma Rita? «Non esistono genitori perfetti e se ho sbagliato l’ho fatto in buona fede».
 

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