Anzio, «Zio Pino è sempre a disposizione». L'ex assessore e i rapporti con i clan

«Zio Pino è sempre a disposizione» L'ex assessore e i rapporti con i clan
di Alessia Marani
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Venerdì 18 Febbraio 2022, 07:29 - Ultimo aggiornamento: 07:53

«Io ci do una mano a Pino il lombetto perché Zi' Pino per qualsiasi cosa lo chiami è sempre disponibile». Davide Perronace, uno dei capi della ndrina di Anzio, intercettato dai carabinieri di via In Selci, si dice convinto del sostegno elettorale dato a Giuseppe Ranucci (non indagato), ex assessore all'Ambiente di Anzio. Pino il lombetto era considerato affidabile dai sodali, sebbene i più sul litorale lo conoscano per il suo temperamento sopra le righe, tanto che l'anno scorso dovette lasciare lo scranno in Comune dopo avere minacciato i vigili urbani accusati di accanirsi nei controlli anti-Covid nella sua palestra. Nel 2014 prese anche a pugni un imprenditore.


IL SUMMIT
Il legame tra la famiglia Ranucci (il figlio è consigliere a Nettuno, anche lui non indagato) e i Perronace risulta confermato da una conversazione del 7 giugno del 2018 dalla quale, scrive il gip, «si desumeva che Gabriele Perronace aveva effettuato lavori edili gratuiti presso l'abitazione di Luca Ranucci». Non solo. È lo stesso Lombetto a confidare in alcune conversazioni con l'amico Marco Maranesi (non indagato) e tale Moreno, di essere stato appoggiato dai clan: «Detta tra me e te pure Davide Perronace, la famiglia Erri mi hanno dato una mano».
Il settore Ambiente era nel mirino del clan che cercava di riciclare i proventi del narcotraffico nel business dei rifiuti.

Emergono altresì i collegamenti tra la ndrina e Gualtiero Di Carlo, detto Walter, successore di Ranucci, come annota il gip.

Mentre i carabinieri li immortalano entrambi riprendendoli in un summit il 18 febbraio 2020 presso la società G&g Ecospurgo dei Perronace con Davide Perronace, Vincenzo e Rocco Daniele Gallace. Dopo essere stato eletto, però, Perronace passa all'incasso e pretende di aggiudicarsi gli appalti. Avendo percepito una certa resistenza di Ranucci, al telefono con il figlio Gabriele che di fatto tiene i contatti con gli assessori e il sindaco Candido De Angelis (non indagato), è furioso: «Io faccio la gara d'appalto, prendo l'appalto e il lavoro lo faccio io e basta, capito? ... Mo se è così chiamo a Candido e farlo venire qua perché se io mi sento preso per il culo diventa un macello diventa un casino, sta cosa m'ha stranito proprio».


Ranucci appare sollecito, invece, quando Gabriele Perronace gli chiede di intervenire per riparare la fogna stradale che causava problemi a una proprietaria: Lombetto non esita a inviarvi un mezzo comunale per un intervento. In un'altra conversazione del 15marzo 2019, Gregorio Spanò, Saverio Menichetti e Anguel Hristov Kotov (arrestati) esprimevano il gradimento per Lombetto e il vice sindaco Danilo Fontana (non indagato), Spanò addirittura evidenziava la sua preoccupazione per il loro coinvolgimento in ogni tornata elettorale. «Gregorio .. ha portato anche Danilo Fontana che è vice sindaco e adesso c'è Lombetto sono tutti amici e conosce pure il sindaco»; «Gregorio dice che in tutte le elezioni non può mettersi lui.. perché iniziano a dire... questo è colluso con la mafia».


«STAI BUONO, TI MENO»
Attentati incendiari, minacce. La vita politica ad Anzio sembra costellata di episodi inquietanti. Ma non tutti vengono denunciati. I carabinieri nel corso delle loro indagini e i pm della Procura, Calò e Musarò, trovano omertà. Perronace parlando con lo zio Vincenzo Gallace, rammenta quando la ditta dello zio Pasquale venne estromessa da un appalto di lavori per le fognature a favore di una società del consigliere Antonio Geracitano. Contro quest'ultimo si era scagliato Perronace: «Stai buono che ti meno.. Se hai il camion che sta facendo l'intervento a scuola lo chiami e gli dice che se ne devono andare». E aggiungeva: «Compare, da oggi mi prendo il patrimonio, le scuole.. e quello a occhi chiusi me le dà».


Chi, invece, non aveva mai smesso di denunciare e segnalare le infiltrazioni sul litorale, anche al prefetto, è l'Associazione Coordinamento antimafia Anzio-Nettuno: «Ringraziamo i carabinieri e invitiamo tutti i cittadini vittime delle mafie a rompere il silenzio».
 

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