Roma, morta dopo una rapina: 5 rom a processo

Roma, morta dopo una rapina: 5 rom a processo
di Adelaide Pierucci
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Venerdì 18 Ottobre 2019, 10:45
Saranno processati in Corte di Assise e, per ora, senza la previsione di sconti di pena i cinque rom accusati di aver ucciso, lo scorso maggio, a Montesacro, durante un furto in abitazione la novantenne Anna Tomasino. Miki, Dylan e Dennis Krajkovic, Darko Kostic e Bidam Sulemanovic, tutti ventenni e imparentati del campo di via Gordiani, dovranno difendersi, in aula, a partire dal 27 novembre dalla doppia accusa di omicidio volontario e rapina aggravata. Chi è rimasto a bere birra in strada per fare “coprire” il colpo, rischia ora l’ergastolo come chi ha bastonato in testa la pensionata, zittita per sempre perché si era accorta di avere due ladri in salotto mentre era al telefono con un’amica, subito allertata. Gli indagati, è stata la conclusione della procura, nel pianificare il furto hanno comunque «accettato che potessero essere compiuti reati più gravi». Una ricostruzione ieri avallata anche dal gip, Zsuzsa Mendola.
Il giudice, infatti, ha respinto la proposta delle difese di procedere col giudizio abbreviato alla luce della nuova legge che vieta tale rito in caso di reati punibili con l’ergastolo. La normativa, entrata in vigore pochi giorni prima dell’omicidio, ha insomma così posto un primo sbarramento, non concedendo automaticamente lo sconto di pena fino a un terzo. Anche se i difensori dei cinque imputati, gli avvocati Giovanni Tedesco, Domenico Naccari e Basilio Foti, tenteranno di riproporre il rito a conclusione del processo in Assise (come in alternativa concesso). Secondo la ricostruzione del pm Edmondo De Gregorio i due rom entrati nell’abitazione dopo essersi arrampicati a un balcone al secondo piano avrebbero compiuto l’omicidio per coprire il reato di rapina. Un omicidio in diretta, quello compiuto alle 21.30 del 5 maggio 2018 in una elegante appartamento di via Pizzo Bernina.
La pensionata era al cordless con un’amica: «Ho sentito un botto, ho i ladri in casa».
Si sono quindi sentite ripetute urla e poi un tonfo. Così l’allarme era scattato immediatamente. Con le chiavi del portiere poi altri inquilini erano entrati nell’abitazione per soccorrere l’anziana. La donna, che era stata colpita alla testa da un corpo contundente, «probabilmente per evitare che urlasse», ha ipotizzato il pm, era morta l’indomani. A sferrare il colpo, è stato ricostruito poi, sarebbe stato Micky Trajkovic. Come rivelato pure da Darko Kostic l’amico che era con lui in casa. Uno dei cinque indagati si era costituito, rivelando anche il nome dei complici, altri erano stati arrestati subito dopo dai carabinieri.
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