Anticorpi monoclonali al via nel Lazio: prime cure martedì con i medici di base

Anticorpi monoclonali al via nel Lazio: prime cure martedì con i medici di base
di Lorenzo De Cicco
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Domenica 21 Marzo 2021, 00:31 - Ultimo aggiornamento: 01:21

La direttiva ai medici di base è stata spedita ieri: «Da martedì 23 marzo l’Istituto Spallanzani inizierà a somministrare anticorpi monoclonali anti Sars-CoV-2 secondo le indicazioni della Regione». Il Lazio è il primo in Italia a sperimentare la terapia che ha dimostrato di ridurre del 72 per cento il rischio di ospedalizzazione per i pazienti con sintomi lievi. Saranno allestiti 11 centri per il trattamento: 7 saranno a Roma (oltre allo Spallanzani, Tor Vergata, l’Umberto I, il Sant’Andrea, il San Paolo di Civitavecchia, l’ospedale Coniugi Bernardin di Palestrina e il Nuovo Ospedale dei Castelli ad Ariccia), altri 4 ambulatori saranno nelle province. Dopo la comunicazione della Pisana, da oggi i dottori di famiglia possono iniziare a prescrivere le iniezioni, che partiranno tra 48 ore.

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I PAZIENTI
La platea interessata è larga.

Gli anticorpi si sono rivelati efficaci per i contagiati pauci-sintomatici, significa che potrà accedere alla terapia chi oggi è curato in isolamento domiciliare, oltre 44mila persone nel Lazio. «La richiesta è alta, ma non per tutti i malati questo trattamento è adeguato», spiega Pier Luigi Bartoletti, il segretario romano della Fimmg (federazione dei medici di medicina generale). «Le indicazioni sono chiare: i monoclonali funzionano con i pazienti con sintomi lievi ma ad alto rischio di peggioramento. Per esempio obesi, diabetici e cardiopatici». Fondamentale, aggiunge Bartoletti, è agire con tempismo. «La prescrizione per la cura va fatta entro 5 giorni dal contagio, il prima possibile». Anche perché gli studi sugli anticorpi hanno mostrato che non sono efficaci per i pazienti già ospedalizzati, quando la malattia è in fase avanzata.

I farmaci saranno iniettati in endovena ai malati, «preferibilmente entro 3 giorni ma sino a 10 giorni dall’esordio dei sintomi», si legge nella direttiva ai medici. Con la prescrizione del dottore di fiducia, che prenoterà la dose nel centro più vicino, il paziente potrà andare autonomamente in ambulatorio, dove l’infusione dura 60 minuti, più altri 60 di osservazione. «Trattandosi di assistiti pauci-sintomatici ancorché positivi all’infezione - c’è scritto nella circolare della Regione - gli stessi possono recarsi nel luogo indicato con mezzo proprio».

I COSTI
Dopo il via libera del Ministero della Salute, che il 6 febbraio ha firmato l’«autorizzazione alla temporanea distribuzione dei medicinali», in tutta Italia sono state acquistate 150mila dosi di monoclonali, costo 100 milioni di euro. Il Lazio inietterà quelle prodotte dalla ditta americana Eli Lilly, l’anticorpo è stato ottenuto in laboratorio sfruttando la proteina spike del Covid.

CONTAGI IN CALO
Non è la pallottola d’argento per sconfiggere il virus, come detto il farmaco non funziona per tutti i pazienti, ma sicuramente è un’arma in più. Il tasso dei contagi nel Lazio rimane alto, anche se ieri erano in calo: 1.821 positivi (-367). I ricoveri continuano ad aumentare: sono 2.484 i posti letto occupati nei reparti Covid, più 309 nelle terapie intensive. In due settimane i malati in rianimazione sono aumentati del 28%.
 

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