Via le antenne da Monte Guadagnolo a Capranica, la Regione stanzia 460 mila euro

Via le antenne da Monte Guadagnolo a Capranica, la Regione stanzia 460 mila euro
di di Tiziano Pompili
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Martedì 16 Aprile 2019, 10:39
Monte Guadagnolo “vede” la fine del tunnel a distanza di 25 anni. La frazione più alta dei Monti Prenestini e della provincia di Roma cambierà totalmente aspetto entro la fine dell’anno: da questa settimana, infatti, il comune di Capranica potrà finalmente cominciare a delocalizzare le 34 antenne esistenti che si trovano sulla cima del monte, a un passo dal centro abitato. La Regione Lazio ha messo a disposizione 460mila euro per completare l’operazione e dislocare i tralicci nella zona di Coste Calle, un’area di monte Guadagnolo decisamente più distante dalle abitazioni, che comunque garantirà la medesima copertura di segnale. La parte più corposa del finanziamento regionale (circa 400mila euro) servirà per lo spostamento dei tralicci, mentre i restanti 60mila euro saranno utilizzati per bonificare e riqualificare l’area.
Il primo provvedimento della Pisana per lo spostamento dei tralicci era arrivato addirittura undici anni fa, anche se la battaglia di abitanti, associazioni, comitati e politici del territorio (e non solo) era cominciata circa un quarto di secolo fa. Felice il sindaco di Capranica Francesco Colagrossi: «Finalmente abbiamo messo la parola fine a questa lunga vicenda portata avanti insieme a tutto il territorio. È un provvedimento storico che restituisce dignità al borgo di Guadagnolo e a tutto questo meraviglioso paesaggio naturalistico. Da oggi possiamo scrivere una nuova storia per il nostro comune nel segno della promozione e della tutela dei beni che ci appartengono».
Vanno nella stessa direzione le reazioni dei cittadini sui social: «Era ora, un bellissimo paesaggio che era stato rovinato dall’uomo» si legge in un messaggio. «Da ricordare l’impegno del comitato Anti antenne» scrive un’altro. Una battaglia simile viene “combattuta” da tempo anche dalla popolazione che vive nei pressi di Monte Cavo, a Rocca di Papa: una storia che, in quel caso, deve ancora vedere scritto il suo “lieto fine”.
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