Ucciso davanti all'asilo a Roma, ricatti e orecchie mozzate: la vita stile Gomorra di Gioacchini

Ucciso davanti all'asilo a Roma, ricatti e orecchie mozzate: la vita stile Gomorra di Gioacchini
di Adelaide Pierucci
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Sabato 12 Gennaio 2019, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 22:54

Lo stile usato era quello di Gomorra. Poche parole e punizioni esemplari. Gli sgarri con lui si pagavano sulla pelle. Un imprenditore che gli doveva dei soldi era stato sistemato nel bagagliaio di un auto con un orecchio tagliato, mozzato. A un altro che non saldava i debiti aveva infilzato la mano su un tavolo col coltello. Capire ora chi sono i killer di Andrea Gioacchini, il pregiudicato della Magliana freddato davanti all'asilo frequentato dai figlioletti, è un rebus. Non un nemico: tanti. Non solo un giro legato alla malavita, ma troppi. Cocaina, estorsioni, usura, soldi sporchi, recupero crediti portato a termine con pestaggi. I tre colpi che lo hanno centrato sono stati esplosi a distanza ravvicinata, per centrare la testa e uccidere. Non un avvertimento, ma una esecuzione.

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UNA VENDETTA
L'assassino che indossava di proposito un casco non integrale, per avere una visione limpida e prendere meglio la mira, ha usato solo una accortezza: aspettare che i bambini fossero entrati a scuola. E soprattutto che non ci fossero altre mamme o papà in uscita, testimoni scomodi. Poi si è avvicinato a un meno di un metro dall'auto di Gioacchini, e senza nemmeno scendere dallo scooter, ha aperto il fuoco, uno, due, fino a quattro colpi. Missione compiuta. Una vendetta. L'ipotesi più accreditata è che qualcuno si sia vendicato per un torto subito forse, magari per una partita di droga fallace o non pagata. Un omicidio in ambito criminale.
 

 



Il capo della Squadra Mobile, Luigi Silipo, ha messo al lavoro gli uomini più scrupolosi, che conoscono meglio il sottobosco della malavita romana. Resta da capire se però a sparare sia stato un sicario, un assassino prezzolato, pagato per sbarazzarsi di quella testa calda, o un delinquente che ha preferito sbrigare la faccenda da solo. Il pm Marcello Cascini, che coordina le indagini, ha dato ordine di scandagliare tutte le telecamere del quartiere, in assenza di sistemi di videosorveglianza nel luogo dell'omicidio. Per capire le manovre del killer, la fisionomia, l'eventuale presenza di complici.
IL CURRICULUM
Per dare un nome all'omicida, si è partiti dal curriculum della vittima. Gioacchini era uscito di galera da quattro giorni. Un delinquente che viveva di reati, ma che al momento dell'esecuzione non aveva carichi pendenti. Le prime condanne risalgono al 2003: smercio di droga, 3 anni di carcere. Nel 2011 il salto criminale: sequestra e chiude nel bagagliaio di un auto un imprenditore a cui taglia, per sfregio, un pezzo di orecchio. Patteggia una condanna a 4 anni. Nel 2013 altra sentenza: tre anni per usura. Alla vittima rimasta senza soldi aveva infilzato la mano con un coltello. Un colpo secco su un tavolo. L'ultimo episodio nel 2013 quando taglieggia l'imprenditore Antonello Ieffi, ex marito di Manuela Arcuri. Dietro a un prestito di centomila euro, mascherato dall'acquisto di un terreno, Gioacchini, spalleggiato un complice e dal fratello Sergio, tuttora ai domiciliari, ne aveva sfilati trecentomila a Ieffi. A sua volta finito taglieggiato, per altre vie pure da Tamara Pisnoli, l'ex moglie del calciatore Daniele Rossi, tuttora sotto processo.
LA COMPAGNA
Chi ha ucciso era ben informato. Sapeva che Andrea Gioacchini era appena uscito dal carcere, malauguratamente con settantacinque giorni di anticipo per esecuzione di pena anticipata. L'unica che ha visto in faccia l'assassino è la sua compagna. Che per ora non parla.
 

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