All'Anagrafe solo con il bancomat: «Più spese e file raddoppiate»

All'Anagrafe solo con il bancomat: «Più spese e file raddoppiate»
di Laura Bogliolo
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Martedì 8 Gennaio 2019, 07:26 - Ultimo aggiornamento: 09:56
«Chiamo i carabinieri, la legge impone di accettare soldi in contanti». Esplode la rabbia negli uffici anagrafici dove dal primo gennaio c'è l'obbligo di pagare con il bancomat. «Ho sborsato 0,36 centesimi per un certificato che costa 0,26 perché c'è la commissione e allo sportello non accettano la carta di credito, ma solo il bancomat». Barbara Linardi, 47 anni, ha combattuto una piccola battaglia negli uffici del XV Municipio, in piazza Saxa Rubra. «Ho ottenuto in pochi secondi il documento che attesta lo stato di famiglia, ma per pagare con il bancomat ci ho impiegato cinque minuti per problemi di connessione, ho protestato perché credo sia un diritto usare i contanti» spiega. E invece senza bancomat, niente certificati. Così ha deciso il Campidoglio alimentando un mare di proteste tra gli utenti che non conoscevano la novità e hanno vissuto una giornata di disagi.

AUMENTANO GLI ONERI
Nel linguaggio dei romani entra a gamba tesa un nuovo termine, quasi gridato dagli impiegati degli uffici che ieri spiegavano: «Si paga solo con il bancomat! Oppure le stampiamo una reversale...». Un po' come millenials, webete o hashtag, il termine reversale dovrà entrare nel dizionario del romano in fila negli uffici anagrafici. Se non si ha il bancomat infatti, gli impiegati stampano una sorta di bollettino che si paga in contanti in tabaccheria. «Ma con un sovra-costo per la commissione di circa due euro» aggiunge Barbara.

ATTESE MAGGIORI
Dopo aver pagato dal tabaccaio, si dovrà tornare in Municipio, rifare con molta probabilità la fila per evitare liti con gli altri utenti (anche se ieri a via Petroselli - I Municipio - gli impiegati assicuravano il contrario), consegnare la ricevuta allo sportello e solo a quel punto ottenere finalmente il certificato. Il pagamento può avvenire anche alla posta, ma si deve comunque tornare in Municipio. «Si perde troppo tempo, hanno complicato la procedura» il commento di Luca Di Domenico, 49 anni, in fila nella sede del VII Municipio, in via Fortifiocca, sull'Appia. «Vivo all'Estero, devo rinnovare la carta di identità, ma il primo appuntamento disponibile è a maggio, devo ripartire e non ho il bancomat» ha spiegato. Al bancone dell'accoglienza consigliano o la «reversale» o di acquistare una carta prepagata. Anche Luca, alla fine, dovrà fare la doppia fila e pagare commissioni prima non previste. In difficoltà anche Marco, 17enne, senza bancomat: «Mi hanno rubato la carta di identità, non sapevo della novità, ora dovrò far venire mio padre che ha il bancomat». Il Campidoglio ha introdotto la novità per velocizzare i tempi. Ma c'è chi assicura che la vera causa della modifica è il mancato rinnovo del bando dei portavalori, il servizio di trasporto dei contanti.

IL BANDO FANTASMA
«Negli ultimi mesi gli impiegati dei Municipi erano costretti a fare il giro degli uffici e raccogliere i contanti senza alcuna garanzia di sicurezza» spiega Giordana Petrella, capogruppo FdI nel III Municipio. Nel V Municipio, sono soprattutto gli anziani a essere in crisi. «Non so usare il bancomat - spiegava ieri Assunta negli uffici di via Torre Annunziata - dovrò tornare con mia figlia». A Monteverde il capogruppo della Lega Giovanni Picone ieri ha pagato i certificati a due anziani incontrati agli sportelli di via Fabiola: «Erano in difficoltà perché non hanno il bancomat, non è stata fatta una adeguata campagna di informazione». Non solo: «Il tabaccaio più vicino dista oltre 300 metri, un grave disagio per gli anziani» ha aggiunto Lorenzo Marinone, Pd. Proteste anche nel IX Municipio, in via Ignazio Silone. «Molti utenti si lamentano per la doppia fila, sono tantissime le persone qui che non hanno il bancomat» ha raccontato Francesca Villani, segretario Pd del territorio.
 
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