Roma, l'emergenza Covid-19 spinge a chiudere
gli "Ambufest": gli ambulatori di cure primarie

Roma, l'emergenza Covid-19 spinge a chiudere gli "Ambufest": gli ambulatori di cure primarie
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 27 Marzo 2020, 10:12

Quando sono nati il loro scopo era quello di alleggerire le file ai pronto soccorso e garantire un'assistenza territoriale anche nei weekend e durante i festivi. Per queste ragioni erano stati creati gli "Ambufest", gli ambulatori di cure primarie aperti dalle 10 alle 19 - con orario continuato - nelle strutture delle tante Asl territoriali. A lavoro erano stati chiamati i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che, attraverso, delle turnazioni garantivano il servizio il sabato, la domenica, il giorno di Natale, quello della Vigilia, a Pasqua e Pasquetta, Ferragosto compreso. All'Ambufest si accedeva per qualsiasi tipo di problema: dalla febbre alle punture d'insetto, dai problemi di dermatologia al consulto pediatrico.

Ma nei giorni dell'emergenza del Covid-19 questi presidi stanno via via chiudendo per non mettere a rischio la salute del pazienti - e quindi limitare gli spostamenti - ma anche perché mancano i dispositivi di protezione. 
E allora i medici di famiglia così come i pediatri di libera scelta - figure contrattualmente ibride - da una parte non chiudono i loro studi, attivano il tele-lavoro e le visite a distanza, procurandosi da soli mascherine e guanti, ma gli ambulatori pubblici - dove comunque erano stati impiegati -, iniziano a sospendere il servizio.

La realtà è questa: in tutta la Regione Lazio erano stati attivati  più di 10 "Ambufest": la maggior parte concentrata a Roma, i restanti dislocati nelle diverse province della Regione. 

Ad oggi nella Capitale, secondo quanto contato dalla Fimmg - la Federazione italiana medici di medicina generale - è stato chiuso l'Ambufest di Ostia, sul Lungomare Paolo Toscanelli 230, quello in via Lampedusa 23 che copre i quartieri di Montesacro e Talenti, l'Ambufest di via Camillo Sabatini per il quadrante sud della Capitale: dall'Eur al Torrino.  A partire dal 28 marzo, poi, sospenderanno il servizio gli ambulatori medici di Anzio e Nettuno. Il provvedimento, adottato dall'Asl Roma 6 è stato adottato a «Tutela della sicurezza dei cittadini e degli operatori, per contenere l'emergenza epidemiologica».

Anche il presidio di Rieti è stato chiuso, ma quindi sembra che la decisione sia sopraggiunta perché non è stato possibile garantire i dispositivi di protezione: 4 mascherine e kit per le giornate del sabato e domenica da fornire ad altrettanti medici: 2 di famiglia e 2 pediatri. Ed è pure vero che in questi giorni in cui gli italiani sono chiamati a restare a casa è difficile che qualcuno venga punto da un insetto, più probabile, invece, che i pazienti possano essere colti da otiti, gastroenteriti, influenze intestinali, o abbiamo bisogno di farsi togliere dei punti o di farseli mettere perché magari sono scivolati inavvertitamente in casa.

Restano ovviamente le telefonate per le diagnosi a distanza e le tele-visite con i propri medici di famiglia o pediatri. Nonché i pronto soccorso per i casi più urgenti.  E gli studi dei medici per i singoli mutuati, ma non nel weekend.

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