Ama, resa sui rifiuti a Roma: «Raccolta non garantita». L'ad Zaghis a commercianti e imprese: avremo difficoltà

Ama, la resa sui rifiuti: «Raccolta non garantita»
di Fabio Rossi
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Venerdì 4 Giugno 2021, 08:17

«Non riusciremo ad assicurare il pieno servizio». L'Ama alza bandiera bianca sulla raccolta dei rifiuti, in particolare di quelli differenziati di imprese, ristoranti e alberghi. L'amministratore unico della municipalizzata, Stefano Zaghis, lo scrive nero su bianco in una lettera inviata a Unindustria, Confcommercio, Confesercenti, associazioni di categoria e dei consumatori.

Già in difficoltà per la «particolare fragilità del ciclo dei rifiuti nella regione Lazio, sull'attuale stato di pre-crisi con le conseguenze relative a quanto la città potrebbe trovarsi ad affrontare nelle prossime settimane», come dice Zaghis, l'azienda di via Calderon de la Barca dichiara la resa.


IL SERVIZIO
Considerando che «con la riduzione progressiva delle restrizioni fino alla revoca del coprifuoco, ci sarà un maggiore afflusso negli esercizi commerciali di tutta la città, torneranno progressivamente i turisti e si ritornerà gradualmente, entro la fine dell'estate, ad una situazione ante 31 gennaio 2020 (la fine dell'emergenza è attualmente prevista il 31 luglio 2021) - sottolinea l'amministratore unico - mi corre l'obbligo informarvi che nel corso del mese di giugno Ama, pur mettendo sul campo ogni sforzo possibile, potrebbe trovare maggiore difficoltà nella puntuale erogazione dei servizi di raccolta».
LE CAUSE
Zaghis nella lettera spiega il perché ha dovuto alzare bandiera bianca: l'azienda «nel corso degli ultimi 20 mesi ha gestito al meglio la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti urbani differenziati e indifferenziati nella città di Roma, migliorando progressivamente la qualità del servizio e la percentuale di raccolta differenziata (nello scorso mese di aprile ha raggiunto il 47 per cento)».

Ma «sia per la mancanza relativa di sbocchi da parte di tutti gli impianti di cui Ama si serve all'interno della Regione Lazio e nel Centro Nord Italia, sia per la manutenzione ordinaria di alcuni impianti, nel corso dell'ultima settimana ha dovuto accusare evidenti criticità nella raccolta dei rifiuti in città».

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GLI IMPIANTI
Inoltre, se non si risolverà «entro il 30 giugno la problematica relativa all'individuazione di una discarica temporanea o più discariche immediatamente operative nel Lazio e nel territorio della Città Metropolitana di Roma, c'è il rischio concreto che, per mancanza di sbocchi, il nostro principale fornitore di trattamento E.Giovi S.r.l. (Tmb di Malagrotta), non possa più ricevere 500 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziato e alcuni altri nostri fornitori possano trovarsi in situazioni analoghe, con pesanti ricadute sulla raccolta». Attualmente «nella nostra regione sono attive solo due discariche e precisamente quella di Viterbo, con una capienza residua di circa 160.000 metri cubi, e quella di Civitavecchia, con una capienza residua di circa 30.000 metri cubi, che sarà esaurita prima della fine dell'anno». l'Ama così ha dovuto utilizzare «per i rifiuti trattati nei suoi impianti (Tmb Rocca Cencia e Vrd Laurentino) gli sbocchi fuori Regione a prezzi raddoppiati, il tutto per non interrompere la raccolta dei rifiuti sul territorio di Roma».

 


L'APPELLO
Zaghis arriva a chiedere l'aiuto delle associazioni per fare pressione sulle istituzioni, affinché risolvano il problema: «Era da parte mia doveroso informarvi di questa situazione che al momento non vede soluzioni poiché possiate, in quanto rappresentanti della parte produttiva e dei consumatori di questa città, effettuare i passi necessari per rappresentare nelle sedi opportune i rischi di natura economica, industriale e di tutela dei vostri associati derivanti da questa complessa e ormai storica situazione». Sulla questione il consigliere comunale Francesco Figliomeni ha presentato un'interrogazione alla sindaca: «Rimaniamo sconcertati dalla scelta del management di Ama di razionalizzare il servizio di raccolta differenziata delle utenze non domestiche, legittimando di fatto il conferimento dei rifiuti nei cassonetti stradali, destinati in realtà all'uso di chi abita nelle case, anche da parte di alcuni esercizi commerciali che si trovano in quartieri serviti da questa modalità di raccolta», dice Figliomeni.
 

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