Ama, con la paralisi stop agli impianti: il piano industriale slitta a fine anno

Ama, con la paralisi stop agli impianti: il piano industriale slitta a fine anno
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 7 Marzo 2019, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 08:44

I famosi 13 nuovi impianti presentati come la soluzione di tutti i mali della gestione dei rifiuti non saranno mai realizzati prima della fine della legislatura. Già sarà un miracolo se saranno messi in funzione i due impianti di compostaggio di Casal Selce e Cesano, ma anche su quelli si addensano nuvoloni. La paralisi di Ama fa tornare alla mente con un sorriso certe frasi avventate pronunciate in tv dai leader nazionali del Movimento 5 Stelle che dicevano parlando della crisi dei rifiuti a Roma: la Raggi sta già costruendo i nuovi impianti. No, non è così.

L'EX
Il piano industriale lasciato da Lorenzo Bagnacani, dopo che la sindaca lo ha cacciato dalla presidenza di Ama, sarà riscritto. Lo confermano in Campidoglio e di questo dovrà occuparsi il nuovo amministratore delegato dell'azienda dei rifiuti che però non è ancora stato scelto. La sindaca è in ferie, solo la prossima settimana, quando tornerà dalla settimana bianca, inizierà i provini dei 34 candidati che hanno inviato il curriculum. Visto che vanno trovati tre nomi (e non possono essere dello stesso sesso) per il Cda e visto che si tratta della quinta ondata di nomine della Raggi in Ama in meno di tre anni (ha già assegnato il trono di spade dell'azienda in successione a Solidoro, Giglio, Bagnacani e, come traghettatore, a Bagatti), non può sbagliare e decidere con superficialità. Sintesi: se è vero come ha precisato ieri Roma Capitale che non è il direttore generale Franco Giampaoletti a scegliere, con la Raggi in ferie le selezioni non sono cominciate, dunque difficilmente avremo un nuovo Cda prima del mese di aprile. A quel punto il nuovo manager dovrà riscrivere il piano, la Raggi ha già fatto sapere che molte di quello di Bagnacani cose non vanno, a partire dalla previsione della fabbrica dei materiali in via Salaria e dall'apertura a una partnership con i privati.

Poiché un piano industriale serio e realistico non si prepara in cinque minuti, già sarà un risultato eccellente se sarà scritto e approvato entro la fine del 2019-inizio 2020. In seguito dovranno essere trovate le aree (neppure quello di Bagnacani le indica) e le risorse. Poiché la legislatura finisce nel primo semestre del 2021, è evidente che tutte le promesse sui 13 nuovi impianti resteranno solo l'oggetto di qualche post su Facebook. Zero impianti. Al massimo due. Sono quelli di compostaggio previsti a Cesano e Casal Selce. Sono due dei tredici e su questi - utili ma per nulla risolutivi della crisi di Roma perché trattano solo la frazione organica - è iniziato in Regione l'iter autorizzativo, ma il 3 settembre 2018 fu la stessa Ama a chiedere una proroga di sei mesi per produrre nuova documentazione. L'altro giorno, come ultimo effetto della gestione Bagnacani, i documenti sono stati consegnati in Regione e dunque l'iter dovrebbe ricominciare e potrebbe concludersi per la fine del 2019, ma il nuovo manager di Ama dovrà comunque trovare i finanziamenti e passare alla progettazione definitiva. Ad oggi è un'impresa titanica, visto che l'azienda si trova con le linee di credito per l'ordinaria amministrazione sempre a rischio: l'ennesimo ultimatum delle banche è fissato per metà aprile, ma Ama non ha approvato i bilanci consuntivi né per il 2017, né per il 2018.

POPCORN
L'assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti (secondo indiscrezioni però non andrà), il dg Giampaoletti, e il presidente del collegio dei sindaci di Ama, Mauro Lonardo, sono convocati per venerdì dalla commissione del consiglio regionale di indagine sui rifiuti. Dopo le accuse di Bagnacani di venerdì scorso, sarà interessante ascoltare le risposte. Così come una settimana fa, preparate i popcorn.
 
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