Ama, malato 1 ispettore su 5: «Stress da troppe multe»

Ama, malato 1 ispettore su 5: «Stress da troppe multe»
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 3 Settembre 2019, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 16:16

Sanzionare stanca. Anzi, a quanto pare, «stressa». E così gli ispettori dell'Ama, il plotone che, blocchetto alla mano, dovrebbe pugnacemente arginare le malefatte degli «zozzoni», come li chiama la sindaca Raggi, batte in ritirata. O meglio, si mette in malattia . Uno su 5 di media, secondo un report stilato dalla Uil di Roma, lascia il turno sguarnito, tra permessi 104, congedi e, nella maggior parte dei casi, «problemi di salute». Quali? Esaurimenti, ipertensioni, affaticamenti vari e altri malanni ancora. C'è anche chi lo ha proprio fatto scrivere sul certificato medico: stress. «Al di là di quello che alla fine compare sui referti, quasi tutti si assentano per questo: lo stress da lavoro», racconta Alessandro Bonfigli, coordinatore della Uil Trasporti del Lazio. Faticoso far le multe per uno che di mestiere ha scelto di essere un agente accertatore? Sarebbe come se un autista di pullman dicesse: no, al volante mandateci un altro, mi spossa troppo. «Ma no - replica il sindacalista - soprattutto in questi ultimi tempi è diventato un tormento: sa quanti insulti ricevono dai romani gli ispettori che devono fare le multe per i rifiuti lasciati in strada?». Non è difficile da immaginare, specie in questi mesi di crisi, con le strade e i marciapiedi che rimangono per giorni preda dei sacchetti maleodoranti. «Poi gli accertatori sono troppo pochi per il lavoro da sbrigare - concludono dalla Uil - sono solo 38, quando ci sarebbero altri 250 dipendenti dell'Ama abilitati per far multe, ma nessuno li spedisce in strada». Sarà. Certo è che il tasso di assenze sembra svettare perfino sopra quello, già altissimo, dell'Ama in generale: 15,3% di forfait nel primo trimestre del 2019; 14,2% nel secondo trimestre. Senza calcolare le ferie, ça va sans dire.

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I VERBALI BEFFA
Nella rete dei multati di queste ultime settimane, come ha svelato il Messaggero, è finito anche chi ha lasciato un solo sacchetto d'immondizia accanto ai bidoni stracolmi e quindi inservibili. Insomma, chi non aveva alternative. Paradosso delle regole anti-incivili, che dovrebbero invece stangare, giustamente, chi oltraggia la città scaricando rifiuti dove non si dovrebbe. Tra le vittime dei verbali beffa, i pensionati de La Storta, che proprio in questi giorni stanno ricevendo le multe fatte con le telecamere dai vigili tra giugno e luglio. Il Campidoglio va detto, quando la notizia è venuta fuori, ha avviato accertamenti e ha chiesto all'Ama, prima di fare le sanzioni, di occuparsi di migliorare la raccolta colabrodo.
Ma gli accertatori nel frattempo - almeno quelli che non si mettono in malattia - continuano a fare sanzioni. Quante? Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2018, gli ispettori dell'Ama avevano staccato 19.860 verbali. Per il 2019, gli ultimi dati risalgono al 1 marzo: nei primi due mesi dell'anno gli agenti hanno fatto 3.268 multe, tra cui 732 per «errato conferimento di frazioni di rifiuto», 127 per «mancata differenziazione e abbandono generico», altre 580 per «errato utilizzo dei contenitori condominiali». Stress permettendo, ovviamente.
 

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