Dimissioni cda Ama, il perché nella lettera alla Raggi: «Mancanza di collaborazione»

Dimissioni cda Ama, il perché nella lettera alla Raggi: «Troppa inerzia da parte del Campidoglio»
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Martedì 1 Ottobre 2019, 17:44 - Ultimo aggiornamento: 17:58

«Dimissioni per mancanza di collaborazione». Le dimissioni del Consiglio d'amministrazione Ama sono arrivate nelle mani del sindaco di Roma Virginia Raggi. A motivare la decisione non sarebebro state tanto le poste dei 18,3 milioni di crediti sui servizi cimiteriali, vantati dalla municipalizzata, quanto più l'«inerzia» del Campidoglio. «Il tema non è la posta di bilancio, peraltro assolutamente neutra rispetto al risultato dell'esercizio e al patrimonio netto della società», scrivono i futuri ex consiglieri Ama, «ma è assai più grave e probabilmente più scomoda per la sua amministrazione e verte esclusivamente sulla assoluta inerzia e constatata mancanza di una fattiva e concreta collaborazione con Ama per superare le situazioni di criticità riscontrate su più piani durante i 104 giorni di governo societario».

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Luisa Melara, presidente del cda, cita in particolare i i 104 milioni che Ama avrebbe dovuto incassare in virtù del contratto di servizio del 2014 e l'inerzia nel procedere agli iter amministrativi per liquidare 30 milioni incagliati dal 2009 nella gestione commissariale. «Risorse che», si legge nella lettera, «non consentirebbero alla società di riequilibrare la propria posizione finanziaria netta, ma consentirebbero la provvista per gli investimenti del piano operativo 2019-2020». Da cui la difficoltà, estrema, nella gestione dei rifiuti.

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«Sembra di percepire da tale incomprensibile atteggiamento da parte di Roma Capitale e dalle sue stesse comunicazioni pubbliche che la stessa Roma capitale consideri Ama non una propria emanazione, bensì un soggetto privato antagonista del pubblico interesse».

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