Ama, diktat di Raggi: «O con me o fuori», Anche l'ad in bilico `

Ama, diktat di Raggi: «O con me o fuori», Anche l'ad in bilico `
di Stefania Piras
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Sabato 9 Febbraio 2019, 09:48
Una giornata lunghissima, infinita, forse tra le più difficili (e drammatiche) per l'Ama, seconda municipalizzata del Campidoglio per numero di dipendenti, che si conclude con un addio e mezzo. Pinuccia Montanari, assessora all'Ambiente che entrò in corsa al posto di Paola Muraro, lascia la giunta dopo il diktat di Raggi sul Bilancio dell'azienda («il bilancio non è conforme, chi vota a favore è fuori», il messaggio della sindaca ai suoi assessori riuniti in sala delle Bandiere, secondo piano di Palazzo Senatorio). E Lorenzo Bagnacani, presidente e ad di Ama (anche lui entrato in corsa, nelle porte girevoli Campidoglio che hanno già visto avvicendarsi 4 amministratori delegati in due anni e mezzo: Fortini, Solidoro, Giglio e lo stesso Bagnacani), alla fine dell'assemblea dei soci è comunque fortemente in bilico. Secondo i rumors, sotto al Marc'Aurelio, «si dimetterà a breve». Non stasera, magari non nel weekend. Per ora, ufficiosamente, il manager fa solo trapelare che sta «studiando la delibera della giunta, per capire le richieste della sindaca alle modifiche di Bilancio».
LA GUERRA SUI CONTI
Conti che, da mesi, Bagnacani si è rifiutato di correggere o modificare, forte di una serie di pareri legali. Lui, e per suo tramite la Montanari, si scaglia contro i vertici del Comune: l'assessore Lemmetti, il dg Giampaoletti, i dirigenti vari. Sull'Ama, incombe già la figura di un'assessora «ombra», Laura D'Aprile, capo dipartimento dell'Ambiente, secondo molti mente e braccio operativo su rifiuti e verde. In un colpo, sembra di essere tornati alla notte del primo settembre 2016, quando lasciarono in un colpo solo un assessore (Minenna), una capo di gabinetto (Raineri), il manager di Ama (Solidoro), due di Atac (Brandolese e Rettighieri).
I consiglieri grillini dell'aula Giulio Cesare, di nuovo, oscillano tra sbigottimento e preoccupazione. In molti, il gruppetto dei fedelissimi è con la sindaca senza se e senza ma, anche se in diversi dietro le quinte si interrogano sull'ennesimo terremoto che finisce per bloccare ancora di più l'attività di un'azienda che ha già i suoi problemi a rispettare gli standard di servizio che si addicono ad una capitale come Roma. Così, già da ieri pomeriggio, è partita un'altra richiesta di chiarimenti alla giunta e in particolare all'assessore Lemmetti, vero deus ex machina della crisi Ama. I consiglieri gli hanno chiesto un incontro urgente che non c'è stato.
LE REAZIONI
E quindi hanno dovuto assistere alle dimissioni di Montanari in differita. Nessuno però l'ha difesa. Solo il gruppo regionale con il vicepresidente Devid Porrello lo ha fatto: «Sono perplesso, non approvare il bilancio può determinare conseguenze preoccupanti. Comprendo la decisione dell'assessore Montanari». Anche l'opposizione con la dem Valeria Baglio alza le braccia: «È il terzo assessore in tre anni e non si approva nemmeno il bilancio». Il senatore Pd Bruno Astorre annuncia, invece, un esposto alla Corte dei Conti. Ma dal Campidoglio fanno spallucce, anche perché Raggi e Lemmetti hanno la copertura politica dei vertici M5S. Nella delibera che l'assessore ha portato in giunta si chiede di stilare un terzo bilancio, di attivare una due diligence sulla riconciliazione delle partite relative ai servizi cimiteriali e di assicurare stabilità finanziaria con la garanzia dei pagamenti previsti dal contratto di servizio. Tutto daccapo come un anno fa.
 
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