Corruzione all'Ama, il rapporto choc: due casi al mese

Corruzione all'Ama, il rapporto choc: due casi al mese
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 31 Gennaio 2019, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 08:11

Truffa, peculato, corruzione e concussione. Benvenuti all'Ama, la municipalizzata dei rifiuti più grande d'Italia che oltre a occuparsi di pulire le strade dell'Urbe, dovrebbe forse dare un'occhiata alla sporcizia al suo interno. L'ultima relazione annuale sfornata dal responsabile aziendale della Prevenzione della Corruzione ha messo in fila una vera e propria escalation di reati. Tutti consumati all'interno della società che fa capo al Campidoglio, un colosso da 7.599 lavoratori e 17 dirigenti. Solo dal 2017 al 2018, gli episodi penalmente rilevanti sono aumentati del 57%, non proprio in linea con lo slogan onestà-onestà della propaganda grillina. È una spia d'allarme che si accende su una municipalizzata già alle prese con due difficoltà di diversa natura, ma ugualmente gravi: la prima, di tipo gestionale, coincide col collasso del sistema di raccolta dell'immondizia a Roma, sistema già fragilissimo finito kappaò con l'incendio al Tmb del Salario, l'11 dicembre scorso. Gli altri affanni arrivano dalle finanze, sempre più traballanti; il bilancio del 2017 dell'azienda ancora non è stato approvato e siamo nel 2019... - per via del braccio di ferro tra i vertici della società e il Comune, una partita di vecchi crediti e debiti che nessuno vuole addossarsi.

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L'ESCALATION
Ora si accende anche un alert sulla legalità. Nel corso dell'ultimo anno, l'Ama ha avviato «procedimenti disciplinari per fatti penalmente rilevanti a carico di 22 dipendenti». Nell'ordine, si legge nella relazione in mano al Messaggero, sono stati scoperti 4 casi di peculato, 10 di concussione, 4 di truffa, 2 di furti e altri 2 di «corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio». Il 57% in più, appunto, rispetto a quanto era avvenuto nel 2017 (14 casi). I reati, si legge nel rapporto, sarebbero maturati in due settori: «la gestione del parco mezzi», per 9 casi, e nella «gestione dei servizi», per gli altri 13.
In attesa che la giustizia segua il suo corso, anche la partecipata sta provando a reagire. Ma per gli episodi più gravi, gli accertamenti sono in larga parte ancora lontani dalla conclusione: 16 dipendenti aspettano il verdetto della Commissione disciplinare, mentre 2 sono già stati sospesi e in un caso si è arrivati al licenziamento. In tutto, nel corso del 2018, mettendo nel calderone anche le violazioni minori, l'azienda ha mosso 924 contestazioni disciplinari «che si sono chiuse con un provvedimento sanzionatorio». Dal semplice richiamo alle multe, alla risoluzione del contratto.

Il clima che si respira all'Ama, in tema di trasparenza, lo racconta bene la responsabile Anticorruzione della società, Monica Mariani, quando scrive che «talvolta, le strutture aziendali chiamate al rispetto degli obblighi sulla trasparenza vedono tale obbligo come un mero e pesante adempimento, senza tener conto di quanto la trasparenza sia necessaria». La strategia per evitare malefatte non ha sempre fatto breccia, finora. «A causa delle frequenti modifiche della struttura organizzativa scrive sempre Mariani - e della non chiara definizione di compiti e responsabilità, non tutte le misure previste nel Piano anticorruzione sono state completamente attuate». E i risultati si sono visti.
 

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