Roma, cassonetti pieni a Pasqua: all’Ama non basta il bonus

Cassonetti pieni a Pasqua all’Ama non basta il bonus
di Fabio Rossi
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Martedì 6 Aprile 2021, 00:24

Cassonetti stracolmi in diversi quartieri della città - dal Tiburtino al Salario, dal Trionfale al Flaminio - e strade più sporche del solito. La Capitale è di nuovo in zona critica sul fronte del rifiuti - e la situazione è destinata a peggiorare nei prossimi giorni - ma le cause sono più di una: dalla cronica carenza degli impianti, aggravata dalla chiusura della discarica di Roccasecca, al periodo festivo, fino alle turbolenze interne all’azienda, destinate a sfociare nello sciopero già fissato per lunedì 26. Un mix che sta portando un visibile rallentamento nell’opera di raccolta e smaltimento dei rifiuti in città.

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Le assenze

Negli ultimi giorni, e soprattutto nel lungo weekend di Pasqua, l’Ama ha avuto forti difficoltà a mettere in strada un numero adeguato di operatori. Per tentare di limitare i danni l’amministratore unico dell’azienda di via Calderon de la Barca, Stefano Zaghis, è stato costretto a concedere un ulteriore bonus per le ultime due giornate: l’indennità domenicale a Pasqua è passata da 7 a 20 euro lordi, mentre chi è stato in servizio ieri ha ottenuto 35 euro oltre allo straordinario superfestivo già previsto. Nonostante ciò, le forze in campo sono state insufficienti a garantire uno svuotamento dei cassonetti all’altezza.

Lo smaltimento

A questo si aggiungono le oggettive difficoltà di smaltimento dell’immondizia da raccogliere. Alcuni impianti sono infatti chiusi nei giorni festivi, con un problema che quindi si moltiplica nei periodi come Natale, Capodanno e Pasqua. Inoltre, da quasi una settimana è off-limits la discarica di Roccasecca. Lo stop crea non pochi problemi al ciclo dei rifiuti della Città eterna, visto che è stato congelato l’iter per l’approvazione di Monte Carnevale, che difficilmente ripartirà in campagna elettorale.

Quindi, anche volendo procedere con la raccolta a pieno regime, non si sarebbe saputo dove scaricare i rifiuti.

In bilico

Nei giorni scorsi Regione, Comune e Ama hanno trovato in extremis un accordo per tamponare l’emergenza: la municipalizzata capitolina indirizza verso alcuni impianti del Lazio (come quello di Malagrotta) 335 tonnellate delle 700 rimaste senza sbocchi. Il resto della spazzatura viene accatastato nel piazzale del Tmb di Rocca Cencia prima di essere portato (a caro prezzo) fuori regione: verso Toscana, Abruzzo ed Emilia Romagna. Ma l’equilibrio resta sul filo: l’ordinanza firmata da Nicola Zingaretti, nel dare ossigeno alla Capitale, dà al Campidoglio 30 giorni di tempo per trasmettere un piano impiantistico «ai fini dell’autosufficienza in termini di trattamento, trasferenza e smaltimento» quindi Tmb e discariche. Difficilmente, però, Virginia Raggi rispetterà questo termine, specialmente a pochi mesi dall’appuntamento con le urne.

La proposta

Fra venti giorni, poi, è in programma sciopero della raccolta dei rifiuti a Roma. Cgil, Cisl e Fiadel hanno proclamato l’astensione dal lavoro del 26 aprile sia per i dipendenti di Ama, sia per gli addetti delle ditte private che svolgono servizi in appalto per la municipalizzata capitolina. I sindacati reclamano «la difesa del contratto nazionale; il rispetto degli accordi; l’apertura del tavolo sul lavoro baricentrato; la riorganizzazione del servizio sul territorio e degli uffici: piani di carriera e selezioni trasparenti; la risoluzione della crisi del settore cimiteriale, in continuo affanno». In attesa della giornata di agitazione, che peraltro cade nella settimana compresa tra la festa della Liberazione e il Primo maggio, stanno già partendo le assemblee sindacali che, nei prossimi giorni, potrebbero avere un ulteriore impatto negativo sul servizio. Fabio Rossi

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