PREVISIONE
L'ipotesi dei due bilanci in rosso ripropone lo scenario che anche l'ex assessore all'Ambiente, Pinuccia Montanari, aveva descritto apertamente in una intervista al Messaggero nel giorno delle sue dimissioni: «Ora temo che vogliano portare Ama al concordato preventivo o al fallimento». Secondo alcuni esperti, però, si tratta di un epilogo che ha delle controindicazioni, perché comunque Ama ha degli incassi certi - con la Tari riceve da Roma Capitale una somma che copre interamente il servizio - e dunque di per sé il doppio bilancio in rosso non presenterebbe una prospettiva simile a quella di Atac.
IL TIMONE
Ma chi gestirà questa fase così delicata? Venerdì scorso c'è stato un vertice al quale hanno partecipato il direttore operativo di Ama, Massimo Bagatti, la sindaca Virginia Raggi e Laura D'Aprile (dirigente del settore ambiente nonché tra le accreditate per la successione alla Montanari). Per giovedì è stata convocata l'assemblea con il socio unico (Roma Capitale) da colui che guida l'azienda in forma provvisoria, il presidente del collegio sindacale Mauro Lonardo. L'ipotesi più accreditata è quella di affidare il ruolo di amministratore unico (solo per un breve periodo) proprio a Bagatti, ma in queste ore stanno prendendo forza due ipotesi alternative. La prima richiama in causa Stefano Zaghis (attivista del Movimento 5 Stelle che però non ha esperienze nel settore dei rifiuti) da nominare come amministratore unico in attesa che venga esaurita la procedura del bando per trovare i tre componenti del Cda (c'è tempo fino al 4 marzo per inviare i curriculum): se si opterà per questa scelta, non è escluso poi che Zaghis possa essere confermato alla presidenza in forma stabile. Terza ipotesi: Lonardo resta alla guida anche dopo il 28 febbraio, in attesa che venga nominato il nuovo Cda. Tutte le tre ipotesi hanno una controindicazione: si sta perdendo tempo, Ama non ha un piano industriale (quello di Bagnacani sarà riscritto), non c'è un nuovo contratto di servizio, non c'è un piano per le assunzioni, non ci sono investimenti sugli impianti.
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