La partita per acciuffare il posto fisso all’Ama è alla prima mano ma qualcuno, tra gli oltre 60mila aspiranti netturbini, ha calato sul tavolo carte false: annotando nel curriculum esperienze di lavoro pregresse di cui però, dopo i primi controlli, non si è trovata traccia. La società dei rifiuti maneggia la pratica con estrema cautela, visti anche i precedenti, vedi la Parentopoli del 2010 con strascichi vari giudiziari e contabili. Tutti i faldoni con domande e curricula stanno per finire sulla scrivania della commissione esaminatrice. Ma alcune verifiche preliminari sono già partite, come quella sulle esperienze dichiarate da chi si è candidato come operatore ecologico «qualificato». Per schizzare in cima alla lista servono appunto «qualifiche», contratti di lavoro maturati negli anni passati, sempre nel settore della raccolta del pattume. Per decine di candidati, una volta incrociato il codice fiscale riportato nella domanda con la banca dati della Regione, queste esperienze non sono saltate fuori. Addirittura a qualcuno non ne risultava nemmeno una. Uno svarione nella compilazione del codice fiscale o un clamoroso bluff per accaparrarsi un posto blindato in una partecipata pubblica al 100 per cento? Lo stabilirà il pool di esperti che dovrebbe insediarsi nelle prossime ore. Certo è che nei fogli spediti in risposta dalla Pisana, per diversi nomi i conti non tornano. E Ama vuole vederci chiaro.
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IL CONCORSONE
La società dei rifiuti del Comune di Roma, 7.497 dipendenti, un tasso di assenteismo sopra il 15% (addirittura sopra il 20% nei primi due trimestri del 2020), quest’anno conta di arruolare 300 tra operai, netturbini e addetti dei cimiteri.
LA CORSA
Il grosso degli aspiranti netturbini, circa 40mila candidati, spera di strappare un contratto da operaio «generico», in palio ce ne sono 100. In questo caso si pescherà dai centri dell’impiego, con precedenza a chi ha più figli a carico, oltre alla patente B. Il curriculum in questo caso conta zero. Serve invece per scalare il ranking dell’altra selezione, quella per il posto, sempre a tempo indeterminato, da operatore «qualificato». Qui i contratti da aggiudicare sono 125, a fronte di 3mila candidati. Più è consistente l’«anzianità nella mansione», più si guadagnano posizioni. Ma non basta scarabocchiare qualche foglio: l’esperienza dev’essere vera e soprattutto dimostrabile. Altrimenti il sorpasso truccato in graduatoria, si spera, durerà poco.