Roma, alberi killer in aumento, denuncia dei Municipi: 50mila a rischio crollo

Roma, alberi killer in aumento, denuncia dei Municipi: 50mila a rischio crollo
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 22 Maggio 2019, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 13:05

C'è un mostro che come un pachiderma giace sulle strade di Roma e giorno dopo giorno diventa più pericoloso. È il mostro dell'emergenza degli alberi non manutenuti dall'amministrazione capitolina. Ben 50 mila piante contate solo nel I e II Municipio sono a rischio crollo perché non potate da anni. E ora, al netto delle temperature degli ultimi giorni, il rischio che possa venir giù qualche ramo, o addirittura un albero intero, è più che reale giacché le piante sono state appesantite dal fogliame di stagione.




Su alcuni tratti si vedono solo le foglie e non distingue più il colore del cielo tanto fitta è diventata la vegetazione. Proprio il II Municipio ieri mattina ha spedito una e-mail di fuoco al dipartimento Ambiente chiedendo l'intervento immediato su 30 mila piante pericolanti che necessitano di potature urgenti. L'elenco delle strade, piazze o viali è ingente: si va da via Nomentana dove la vegetazione ha oscurato per intero semafori e cartelli e soprattutto di notte percorrere le due corsie laterali diventa pericoloso per automobilisti e scooteristi a viale del Policlinico, da via Lanciani a viale XXI Aprile, da viale Tiziano a via Guido Reni fino a viale delle Province.
In Campidoglio ormai non c'è più un euro: il bando da 4,5 milioni assegnato per il monitoraggio delle piante pericolanti, usato nei mesi invernali per le potature d'urgenza, è stato prosciugato. Quello nuovo da 5 milioni di euro per la manutenzione del verde verticale deve ancora arrivare ad assegnazione benché sia stato bandito addirittura 2 anni fa. In mezzo i ritardi, dovuti in prima battuta alla composizione della commissione esaminatrice e poi a una serie di intoppi burocratici sulle domande presentate che hanno fatto allungare a dismisura i tempi.

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GLI INTERVENTI
Quando se ne uscirà? C'è ancora da aspettare almeno due mesi e dunque la fine di luglio per veder conclusa la procedura. Poi c'è l'estate vera e, ferie permettendo, i primi interventi ci saranno ad agosto se non direttamente a settembre. Nel mentre? Si aspetta e si prega che non succeda nulla, perché in questo neanche i volontari possono intervenire. Un conto è tagliare l'erba nei prati e nei giardini, un conto è potare le piante alte anche 30 metri. «L'incuria di questa situazione spiega l'assessore all'Ambiente del II Municipio, Rino Fabiano si è trasformata nell'oggettivo rischio per l'incolumità delle persone, di chi percorre ad esempio strade come la via Nomentana dove i semafori sono completamente oscurati dalle fronde e dai rami degli alberi».

Il caso riesplode dopo l'incidente che si è verificato sabato scorso al villaggio Olimpico dove due anziani sono stati sfiorati, fortunatamente senza riportare ferite, da un ramo che è crollato. «Un'omissione divenuta grottesca conclude Fabiano anche per i ritardi sulle procedure di affidamento dell'appalto per le potature. Non è tollerabile per una città normale dover aspettare due anni perché il Comune porti a termine una gara». Stessa identica situazione nel Centro storico che, proprio insieme al II Municipio, conta un numero enorme di piante e alberi. Qui andrebbero potate almeno 20 mila piante ma è tutto fermo e le fronde, con i rami pericolanti restano, lì a minacciare la viabilità di strade centralissime come i lungotevere, viale delle Milizie, viale Mazzini, via Andrea Doria, viale Aventino. E per di più, in Centro si assiste anche alla beffa: in via Andrea Doria abita una famiglia con un bimbo di otto anni affetto da asma bronchiale. Sulle finestre del suo appartamento da settimane sbattono i rami rigogliosi e l'assessore all'Ambiente, Anna Vincenzoni, ha chiesto per le vie brevi al dipartimento di procedere con le potature dal momento che la famiglia ha presentato un certificato medico all'amministrazione municipale. L'esito? «Non si può intervenire spiega la Vincenzoni e quando accade ciò in presenza di un certificato che attesta difficoltà respiratorie per un bambino, la città ha dimostrato di essere capace solo di perdere».
 

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