Roma, alberi killer: sos ignorati. In 8 rischiano il processo, la Procura: «Disastro e lesioni gravi»

Alberi Killer, sos ignorati. In 8 rischiano il processo, la Procura: «Disastro e lesioni gravi»
di Michela Allegri
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Sabato 5 Giugno 2021, 00:40 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 12:13

Nessun intervento nonostante le segnalazioni di pericolo. Nessuna precauzione nonostante fosse stata annunciata un’allerta meteo con violentissimi temporali e raffiche di vento. Il risultato? In soli tre giorni, nel febbraio 2019, erano crollati 164 alberi pericolanti, provocando danni e ferendo persone, anche in modo grave. Ora la Procura di Roma chiede il conto a 7 dirigenti del Campidoglio e al direttore tecnico di una ditta privata incaricata di intervenire nel I Municipio: il pm Andrea Cusani, titolare del fascicolo, ha appena firmato una richiesta di rinvio a giudizio che potrebbe presto portare tutti sul banco degli imputati. Sotto accusa ci sono anche il capo di Gabinetto della sindaca Virginia Raggi, Stefano Castiglione, il direttore della Protezione civile romana, Diego Porta, il direttore del dipartimento Ambiente del Campidoglio, Marcello Visca. Le accuse sono lesioni stradali gravissime e disastro colposo.

Il ferito

La contestazione più pensante riguarda il ferimento di un avvocato e professore di Diritto privato alla Luiss, rimasto paralizzato nella parte inferiore del corpo dopo essere stato schiacciato da un grosso pino crollato in viale Mazzini il 25 febbraio.

Nel capo di imputazione si legge che il rischio era noto: da 13 mesi la ditta incaricata di effettuare il monitoraggio degli alberi aveva indicato il «pericolo imminente di caduta». Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero omesso di disporre «l’immediato abbattimento», e anche di mettere in sicurezza l’area. Ma ecco i fatti. L’emergenza era scattata il 22 febbraio, quando la Protezione civile nazionale aveva diramato l’allerta meteo: «Dalla tarda serata sono previsti venti forti e burrasca forte per le successive 24-36 ore». Tra le raccomandazioni c’era quella di predisporre un’«attenta sorveglianza dei tratti stradali alberati». Il 23 febbraio era stato convocato a Roma un tavolo emergenziale, il Centro operativo comunale, al quale avevano preso parte Castiglione, delegato dalla sindaca, Porta, Visca, un funzionario di polizia locale e uno del Verde capitolino. Il Campidoglio aveva quindi emesso un’ordinanza con la quale aveva disposto la chiusura delle ville storiche, dei giardini pubblici e dei cimiteri. Ma non era stata presa nessuna precauzione per le strade: secondo il pm, nessuno aveva considerato il rischio di caduta alberi sui viali alberati. Un rischio più che concreto: in tre giorni erano crollati quasi 170 tra pini e arbusti, senza contare i rami spezzati. 

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