​Alberi, nuovo allarme: «Malati e pericolanti, 60 mila a rischio crollo»

Alberi, nuovo allarme: «Malati e pericolanti, 60 mila a rischio crollo»
di Camilla Mozzetti
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Domenica 31 Marzo 2019, 09:12 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 09:09

Lo scenario è quasi apocalittico e tra gli uffici del dipartimento Ambiente, quei pochi tecnici e dipendenti che lavorano alla materia, lo sanno perfettamente fin da quando Pinuccia Montanari era ancora assessore al verde. Sugli alberi della Capitale la situazione non è grave. Di più. Converrebbe quasi disboscare la Capitale e provvedere a ripiantumare pini, platani e palme perché tra gli alberi malati e i fusti pericolanti – e dunque a rischio crollo – l’amministrazione di Virginia Raggi per garantire la sicurezza avrebbe bisogno di 100 milioni di euro. Una cifra “monstre”, che il Campidoglio dovrebbe trovare per riuscire a coprire – attenzione – solo le urgenze, e che ovviamente è impossibile finanziare con il Bilancio ordinario. Il conteggio è emerso al termine del famoso monitoraggio sullo stato di “salute” di una parte degli alberi capitolini che ha evidenziato come su almeno il 70% degli alberi “sezionati” (che in totale erano all’incirca 85 mila su 330 mila totali) andrebbero svolti degli interventi accurati. Parliamo di almeno 60 mila piante ad alto fusto. Cosa fare allora? Se da una parte l’emergenza è ormai conclamata e servono finanziamenti che non ci sono? 

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IL TAVOLO
Anche per questo la sindaca Raggi ha annunciato, alcune settimane fa, l’apertura di un Tavolo di lavoro interistituzionale che coinvolge ministeri ma anche università. Nello specifico, il dicastero dell’Ambiente si sarebbe mostrato disponibile al lavoro congiunto che sarà compiuto da tecnici e addetti di settore (senza la partecipazione di politici per capirci) con l’obiettivo di trovare delle soluzioni percorribili. Ma soprattutto quello che interessa alla sindaca (la quale dopo la dipartita della Montanari conserva ancora la delega all’Ambiente senza che il Comune abbia un nuovo assessore da quasi due mesi) è trovare le risorse. Anche se la ricerca è paragonabile allo sforzo di trovare un ago in un pagliaio. A essere coinvolte nel Tavolo, poi, anche alcune università chiamate a fornire quella sorta di “know-how” potenzialmente utile per capire come manutenere al meglio gli alberi.

La maggioranza già da tempo è corsa ai ripari lasciando intendere – neanche troppo velatamente – che la situazione che si venuta a creare è figlia di un vuoto manutentivo lungo almeno dieci anni. Per intenderci: «la colpa è di chi c’era prima noi» il leitmotiv grillino. Di certo nell’ultimo triennio – quello in cui a guidare il Comune di Roma è il Movimento 5 Stelle – gli alberi più che curati, sono caduti. Nel mezzo una lunga cronistoria di bandi bloccati o ritirati o ancora fermi (proprio come quello per la manutenzione verticale del verde di Roma da 5 milioni di euro). Pertanto gli unici interventi degni di memoria, sono quelli licenziati dopo i crolli, per finire di recidere una pianta, o i tagli avvenuti dopo che gli alberi hanno iniziato a perdere i rami rappresentando dunque un pericolo tangibile. Entrando nel dettaglio delle problematiche, inoltre, almeno il 20% del patrimonio arboreo di Roma, stando alle stime, sarebbe malato.

I VIRUS
Nello specifico ci sono tre “virus” che infestano gli alberi: il classico “punteruolo rosso” che pare aver colpito quasi tutte le palme della Città Eterna, il “cancro colorato” che sta finendo di uccidere i platani colpendoli al midollo (casi acclarati di contagio sono stati certificati a viale Tiziano e in diversi punti dei lungotevere) e il “blastofago”, un fungo che colpisce i pini sulla cresta scendendo poi lungo il tronco fino a inficiare le radici uccidendole. A questo scenario si deve aggiungere la pericolosità delle piante “precarie” che restano ancora in piedi, soprattutto di quelle che riempiono il centro storico e il II Municipio. Senza necessariamente ripercorrere tutto l’excursus dei crolli per la neve e il vento che hanno comportato, nei tre anni appena trascorsi, anche morti e feriti. 
 

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