Roma, 4 ragazzi pestati dal branco a Trastevere: «Siete antifascisti, via la maglia del Cinema America»

Roma, 4 ragazzi pestati dal branco a Trastevere: «Togliete la maglia del Cinema America»
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Domenica 16 Giugno 2019, 16:15 - Ultimo aggiornamento: 17 Giugno, 00:05

Avevano passato il sabato sera in piazza San Cosimato, all'arena del Piccolo America, a vedere 'First reformed' il cui regista, Paul Schrader era lì per presentare il suo lavoro con tanto di maglietta del Cinema America, l'iniziativa da un gruppo di giovani per portare il cinema nelle strade della capitale. 

​Una serata come tante, i soliti quattro amici insieme, film di qualità, una passeggiata per i vicoli di Trastevere, chiacchiere fino quasi all'alba. Ma verso le 4 la nottata ha preso una piega diversa. In due si avvicinano al gruppo con toni minacciosi: «Hai la maglietta del Cinema America, sei antifascista levati subito la maglietta, te ne devi andare via da qua». Da due sono diventati quattro, poi una decina. Poi le botte, di quelle che ti fanno finire in ospedale.

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«Non siamo riusciti a scappare né a difenderci - spiega oggi David Habib, 20 anni, che ha denunciato l'accaduto e che adesso è ricoverato al Fatebenefratelli - È stato un assalto pieno di violenza. Io non ho acconsentito a togliere la maglietta e la conseguenza è stata una testata sul naso, che domani devo operare d'urgenza. È evidente che avessero già deciso di aggredirci. Abbiamo avuto la sensazione che ci avessero seguito». 

Nonostante il dolore al naso e alla testa, David dice con voce ferma: «Trastevere è un punto di riferimento e luogo di aggregazione per tutti. Non smetteremo di frequentare i territori di questa città liberamente e di rivendicare le nostre idee, come non smetteremo di partecipare alle proiezioni a San Cosimato e indossare la maglietta del Cinema America». A un altro ragazzo che era con David sono stati messi tre punti sul sopracciglio a causa di una ferita profonda. 
 



«Aspettiamo le necessarie verifiche, ma se i fatti fossero confermati sarebbe un episodio gravissimo, aggravato dalla intolleranza ideologica». Lo scrive su facebook il premier Giuseppe Conte, commentando l'aggressione ai ragazzi. «Pochi anni or sono -ricorda il presidente del Consiglio- un gruppo di ragazzi si è organizzato ed è intervenuto a salvare dalla demolizione il Cinema America di Trastevere. Da quell'esperienza è nata l'associazione oggi denominata 'Piccolo Americà, che ha curato varie rassegne estive, gratuite. Ieri alcuni giovani presenti all'arena romana di piazza San Cosimato sono stati aggrediti perché non hanno ceduto a un gesto di sottomissione: non si sono tolti la maglia bordeaux col logo dell'Associazione, sinonimo per gli aggressori di fede antifascista».

Anche Jeremy Irons, ospite questa sera delle proiezioni in piazza del Piccolo America, ha indossato la maglia amaranto simbolo del Cinema America Occupato. Un gesto fatto in solidarietà ai quattro ragazzi aggrediti. «Sono stufo e arcistufo di persone che la prendono troppo dura a destra e a sinistra - ha detto l'attore britannico -, sembrano avere così poco cervello messi tutti insieme».


Anche il presidente della Regione Lazio e segretario del Pd Nicola Zingaretti twitta sull'accaduto: «Siamo tutti il Piccolo America. Dalla parte dei ragazzi del Cinema America che riempiono di cultura le serate di Roma. Siano al più presto individuati gli squadristi di questa notte. A Roma non si può accettare una violenza così». Solidarietà alle vittime dall'Anpi di Roma: «È evidente l'appartenenza degli aggressori all'estrema destra fascista. Nessuna aggressione può essere tollerata, è necessaria una risposta ferma e rigorosa al rigurgitare della violenza fascista».

In ospedale oggi, a dare supporto ai due ragazzi ricoverati, c'è Valerio Carocci, presidente del Piccolo America, che non si dà pace per quanto è successo: «Un atto gravissimo in una città e paese allo sbando, questa è una vera e propria aggressione squadrista. Dove la violenza non viene più condannata ma anzi viene difesa e sdoganata come strumento di giustizia da chi ci governa. Ci costituiremo parte civile e sosterremo le spese legali. Non smetteremo di indossare le nostre maglie e lanciamo un appello a affinché si indossi tutti insieme una maglia bordeaux».

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