Roma, l’acchiappa plastica del Tevere raddoppia: bis anche sull’Aniene

Roma, l’acchiappa plastica del Tevere raddoppia: bis anche sull’Aniene
di Giampiero Valenza
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Giovedì 2 Aprile 2020, 11:06

La barriera “acchiappa-plastica” sul Tevere ci sarà per tutto l’anno. Anzi, questa volta fa il bis: una seconda barriera sarà installata sul fiume Aniene per evitare che i rifiuti arrivino da Est. La Regione ha deciso in questo modo di promuovere la sperimentazione fatta a ottobre 2019 e che, in quattro mesi, ha portato a recuperare 1.700 chili di immondizia che galleggiavano sul fiume.

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Grazie a questa struttura (che permette di fermare ciò che galleggia, lasciando comunque che scorra l’ordinario flusso delle acque) è stata trovata plastica di ogni genere, compresi caschi di motorini e per la bicicletta, scarpe, sdraio da mare, ingombranti, pile e palloni. La barriera sul Tevere è poco prima della foce e coinvolge la riva destra (che si trova nel Comune di Fiumicino) e la riva sinistra (che invece è nel territorio del Comune di Roma).

La sperimentazione è partita nello scorso autunno e, dopo una proroga, ora vede la sua “fase tre”, attraverso una manifestazione d’interesse che è stata pubblicata dalla Regione e che prevede la barriera per 12 mesi. Il costo dell’operazione è di 225 mila euro. «I risultati che abbiamo raggiunto sono stati molto rilevanti – spiega Cristiana Avenali, responsabile dell’ufficio dei Contratti di fiume della Regione Lazio – contiamo di far ripartire la barriera tra fine aprile e metà maggio. Questa volta, però, rilanciamo e ne metteremo una anche sull’Aniene, alla confluenza con il Tevere, perché vogliamo capire quanti rifiuti arrivano da lì. È l’Aniene il killer del Tevere».
 
L’iniziativa promossa dalla Regione Lazio, però, va oltre la semplice raccolta dei rifiuti sul fiume e prevede la possibilità di chiusura del ciclo dei rifiuti: dei 1.700 chili già raccolti, infatti, una parte, grazie alla collaborazione con il Corepla (il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica) viene selezionata per il recupero. «Servono per produrre nuovi oggetti – prosegue Avenali – Realizzeremo arredo urbano con quelli che troviamo grazie alla barriera e che possono essere riciclati: saranno panchine che doneremo ai Comuni. Un’azione importante perché mettiamo in moto un’economia circolare». La barriera, oltre che migliorare l’habitat del fiume, sta dando i suoi frutti anche in mare. I rifiuti che arrivano sul Tirreno sarebbero in calo. «Abbiamo riscontri da parte dei diportisti che hanno notato un miglioramento: non trovano più tutti quei rifiuti tra le loro barche – prosegue la delegata della Regione – Questo vuol dire che siamo davanti a un miglioramento della qualità delle acque». Stando a un recente studio condotto dai ricercatori dell’Ispra, dell’Accademia del Leviatano e dell’Università di Cadice e che è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Rendiconti dei licei” nella serie “Scienze fisiche e naturali”, l’82% degli oggetti galleggianti sul Tevere sono risultati di plastica e appartenevano al settore alimentare e cosmetico. Secondo le stime degli studiosi, l’85,4% dei rifiuti riesce ad arrivare in mare a Fiumicino, di cui circa il 30% già frammentato. 

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