Caro-pedaggi A24 e A25, tariffe bloccate fino al 31 dicembre, 100 sindaci di Lazio e Abruzzo: «Il solito rinvio, protesteremo ancora»

Stop al rincaro del pedaggio sui A24 e A25.
di Antonio Scattoni
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Venerdì 6 Maggio 2022, 19:14

Il ministro Enrico Giovannini conferma il blocco delle tariffe sull’A24 e A25, ma la proroga fino al 31 dicembre 2022 non soddisfa pienamente i sindaci in lotta. Dopo l’annuncio di mercoledì in Parlamento  dello stop dell’aumento del 34,50% del pedaggio autostradale che doveva scattare dal 1° luglio, ieri pomeriggio il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti ha confermato la decisione del Governo in un incontro con una ristretta delegazione del Comitato di protesta dei 100 sindaci.  

Dal Ministro la conferma del  blocco delle tariffe ma chiede tempo per una soluzione definitiva che coinvolge anche i lavori di messa in sicurezza delle due autostrade. Dopo oltre un anno di  proteste e manifestazioni anche sotto il dicastero di Porta Pia a Roma,  ieri primo storico  faccia a faccia tra il Ministro delle Infrastrutture e dei  Trasporti Enrico Giovannini ex presidente dell’Ocse a cui compete il dossier autostrade e gli amministratori locali.

Ad incontrare il Ministro,  la coordinatrice del Comitato di protesta dei 100 sindaci Velia Nazzarro, sindaca di Carsoli e Gianni Innocenti assessore del Comune di Tivoli, accompagnati dal senatore Luciano D’Alfonso del Partito Democratico.

“E’ l’ennesima proroga che non appaga e lascia amareggiati – dichiarano in coro i 100 amministratori locali di Lazio e Abruzzo -  pur ritenendo necessario dare fiducia all’attuale Ministro, cosa già fatta con i suoi predecessori, i sindaci pretendono soluzioni definitive sul caro-pedaggi e sulla sicurezza. Gli amministratori di Lazio e Abruzzo dinanzi a questo ennesimo mezzo risultato pur prendendo atto della mancanza di una soluzione definitiva al problema, non fosse altro per il rispetto dovuto alle migliaia di cittadini che non arrivano a fine mese, confidando ancora nelle Istituzioni, nel Ministro che chiede tempo per far lavorare i commissari, non mollano e continuano a mettere in campo tutte le iniziative necessarie affinché il tempo concesso dall’ulteriore proroga sia utilizzato per chiudere questa annosa vicenda”.

Da rifare anche il piano finanziario per i lavori di messa in sicurezza: “Un piano – spiega la coordinatrice del Comitato, Velia Nazzarro – che prevedeva  zero investimenti e aumenti dei pedaggi insostenibili per i territori di Lazio e Abruzzo”.    Il confronto è avvenuto a sole poche ore dall’annuncio in Parlamento del Ministro Giovannini  che assicurava l’impegno del Governo per stoppare l’aumento del pedaggio dal prossimo 1° luglio, con una proroga fino al 31 dicembre 2022.  Un’ altra proroga di sei mesi dopo quella concessa da Strada dei Parchi concessionario dei due tronchi autostradali, infatti il maxi aumento del 34,50% doveva scattare lo scorso 1° gennaio.

Una  notizia accolta favorevolmente dai sindaci e dalle associazioni che  si sono mobilitate contro il continuo rincaro dei pedaggi, saliti del 187% in 14 anni, ma ora chiedono una soluzione definitiva e non solo sulle tariffe ma anche sui lavori di messa in sicurezza dei due tratti autostradali che collegano la Capitale con la Regione Abruzzo e sono l’unica arteria veloce da  poter percorrere. E’ stato un faccia a faccia tra Giovannini e  gli amministratori locali per capire quando arriverà la soluzione definitiva del problema e i tempi necessari, evitando che il 31 dicembre 2022 torni la spada di Damocle della stangata sulla testa delle migliaia di pendolari.

Ad essere interessato  al boom pedaggi e alla sicurezza delle due autostrade è un bacino molto vasto, che va dal Comune di Tivoli, da Castel Madama, Vicovaro, Subiaco e tutta la Valle dell’Aniene e  tanti Comuni abruzzesi. Ma anche moltissimi cittadini della Capitale che debbono raggiungere la loro seconda casa nelle località di vacanza sia nelle montagne abruzzesi che sulla costa adriatica.  E mercoledì scorso i sindaci insieme agli autotrasportatori avevano  incontrato a Roma  tutti i gruppi parlamentari, proprio, per manifestare le preoccupazioni di un vasto territorio. “ Ora dal Governo –  ribadiscono in coro i 100 sindaci – vogliamo un atto definitivo di tutta la problematica, basta provvedimenti tampone”. Il prossimo 19 maggio gli amministratori di Lazio e Abruzzo  decideranno altre forme di lotta

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