A24-A25, aumenti pedaggi (+34%) rinviati a luglio. Ma non cessano proteste sindaci

Cento sindaci hanno protestato davanti al Senato e minacciato cortei di Tir-lumaca

il 23 dicembre la protesta dei 100 sindaci al Senato contro il caro pedaggio su A24. il 27 si replica con il Tir lumaca
di Antonio Scattoni
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Martedì 21 Dicembre 2021, 13:12 - Ultimo aggiornamento: 16:55

A24 e A25, vittoria - provvisoria, ma importante - dei sindaci di Lazio e Abruzzo i cui comuni sono attraversati o sono attigui alla Roma-L'Aquila-Teramo: sospesi i rincari monstre del 34% del pedaggio. Una sospensione che sposta i pesanti aumenti dal 1° gennaio al 1° luglio 2022 che tuttavia non accontenta i primi cittadini (un centinaio) da anni abituati a incassare delusioni insieme alle centinaia di migliaia di pendolari costretti a servirsi delle autostrade. La protesta del 23 dicembre davanti al Senato è quindi confermata. Poi, in base agli sviluppi di questi giorni e all'esito della manifestazione a Roma, verrà deciso che cosa fare il 27 dicembre con i programmati cortei di Tir-lumaca che avrebbe rallentato il traffico sulle corsie. 

Ecco intanto la lunga nota del Cda della Strada dei Parchi Spa: "Aalla luce della perdurante inerzia del ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili in merito alla approvazione del nuovo Piano Economico Finanziario (PEF) e considerata l'esigenza di assicurare, tariffe sostenibili per l'utenza delle autostrade A24/A25, ha deliberato nella seduta odierna la sospensione dell'aumento tariffario di circa il 34%, la cui entrata in vigore era prevista per il 1° gennaio 2022, differendone l'applicazione al 1° luglio 2022, La decisione - si legge in una nota - è stata assunta per senso di responsabilità in considerazione della funzione svolta dalle tratte autostradali interessate che, a causa dello stato delle infrastrutture viarie delle regioni attraversate, appare il principale presidio in grado di assicurare il diritto alla mobilità dei cittadini, ponendosi quale fattore determinante per il sostegno alla ripresa economica in corso dopo la brusca caduta dell'economia nel periodo pandemico.

Tale scelta si è resa necessaria a causa degli ingiustificati ritardi da parte del Ministero competente che, dopo 9 anni dall'approvazione della legge 228/2012 che ne prevedeva l'aggiornamento, a tutt'oggi non ha dato seguito all'approvazione del nuovo PEF previsto dal dettato normativo, né ha dato seguito alla sentenza del Consiglio di Stato (n. 5022/19) che ne imponeva l'adozione entro il termine inderogabile del 30 ottobre 2019». Il Cda di Strada dei Parchi esprime una «forte preoccupazione per il ritardo nell'avvio dei lavori di messa in sicurezza delle tratte autostradali, così come previsto dalla citata legge del 2012». 

«La mancata approvazione del Piano - si prosegue nella nota di Strada dei Parchi - nonostante le numerose proposte formulate e predisposte dal Concessionario secondo le indicazioni del MIMS, da un lato provoca il rinvio ingiustificato della realizzazione di investimenti per 6,5 miliardi, rinviando la messa in sicurezza della infrastruttura autostradale; dall'altro, genera un aggravio dei costi per la realizzazione delle necessarie opere di 'messa in sicurezza urgentì (MISU), così come censurato dalla Corte dei Conti (DM401/17), e produce un minore impulso al sistema economico che sta attraversando una delicata fase congiunturale di ripresa nei territori attraversati da A24/A25».

A24, rinviato il caro pedaggi

«La indifferibilità degli interventi previsti nel nuovo PEF - si sottolinea nella nota - relativi al necessario adeguamento sismico, alla messa in sicurezza dei viadotti e al rinnovo degli impianti di sicurezza in galleria, appare evidente in considerazione della natura di opera strategica per le finalità di protezione civile dichiarata con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, così come dimostrato dal ruolo strategico svolto dalla infrastruttura nell'assicurare il transito delle colonne dei soccorsi nel terremoto del 2009 e quelli successivi nel Centro Italia». Da ultimo, il Cda di Strada dei Parchi esprime forti perplessità «sulla commistione di ruoli venutasi a creare con l'istituzione di un Commissario straordinario (art. 206 della L. 77/2020d) e di un Commissario ad acta (Consiglio di Stato Ordinanza n.02413/2020), soprattutto laddove l'attività di quest'ultimo sembra condurre alla modifica unilaterale dei termini e delle condizioni di una concessione che è stata affidata all'esito di una procedura di gara di evidenza pubblica europea. Nel salvaguardare la sostenibilità sociale nella gestione dell'infrastruttura e al fine di assicurarne una rapida ed efficace messa in sicurezza, nel rispetto delle norme contrattuali che disciplinano il rapporto di concessione, il Cda di Strada dei Parchi si dichiara disponibile, come più volte comunicato al Governo, per giungere finalmente all'approvazione del nuovo PEF e consentire così la messa a disposizione delle comunità regionali interessate, di una infrastruttura moderna, sicura e adeguata a sostenerne la crescita economica e lo sviluppo sociale».

La protesta dei sindaci e le manifestazioni: lo scenario prima dell'annuncio del rinvio degli aumenti

Caro pedaggio sull'A24 (autostrada dei parchi, Roma - L'Aquila - Teramo): il 23 dicembre protesta davanti al Senato contro il forte rincaro delle tariffe. Il 27 si replica con cortei di “Tir lumaca” su A24 e A25 con forti disagi per la viabilità.

I 100 sindaci di Lazio e Abruzzo sono insomma di nuovo in piazza contro il maxi aumento del pedaggio sull’A24 e A25 che scatterà il 1° gennaio 2022.

Questa volta , il 23 dicembre, saranno a piazza Santi Apostoli vicino al Senato a Roma, a far sentire la loro protesta ai senatori.  Dopo  Natale si replica insieme agli  autotrasportatori, con il “ Tir lumaca” sull’A24 e A25 che rischia di paralizzare il traffico delle vacanze.

Ma qualcosa si muove. Dopo le 70 lettere inviate ad altrettanti parlamentari per chiedere “ aiuto e sostegno “, due onorevoli alla fine battono un colpo contro il maxi aumento dei pedaggi autostradali su A24 e A25 che scatterà dal 1° gennaio tra Roma, Tivoli, Subiaco, L’Aquila e tutto l’Abruzzo.  Gli altri non hanno neppure risposto all’invito di ben 100 sindaci. Si schierano apertamente contro il salasso (aumento di 700- 800 euro  all’anno a pendolare, molto di più per i camion) due esponenti di opposti colori politici:  il deputato di area di governo, Sebastiano Cubeddu, Movimento 5 Stelle, eletto nel collegio di Guidonia Montecelio  e il deputato di opposizione, Francesco Lollobrigida, capo gruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, originario di Subiaco, il centro più grande della Valle dell’Aniene,  un comprensorio montano tra i più colpiti dai continui rincari autostradali, il 187% in 14 anni.

“Già in passato ho presentato ordini del giorno – ricorda Lollobrigida – ed insieme ai colleghi di partito ho presentato nuovamente  un altro ordine del giorno contro  contro questi  aumenti e per trovare una soluzione definitiva. Analogo ordine del giorno anche a favore delle aree interne disagiate. Ho dato la mia disponibilità a partecipare a qualsiasi manifestazione contro il maxi aumento del 34% che può scattare il prossimo 1 gennaio”.

Il deputato  sublacense punta il dito contro una politica che non favorisce le zone disagiate come quelle montane e non solo la Valle dell’Aniene. “Una autostrada di montagna dovrebbe costare di meno delle altre –  dice il capo gruppo di Fratelli d’Italia – invece siccome ci sono pochi numeri aumentano la tariffa,  scoraggiano, così, le presenze e aumenta il calo demografico. Questi comprensori , insieme all’Abruzzo hanno solo il collegamento su gomma, la politica dovrebbe capirlo”.

Altri parlamentari (tra i quali esponenti del Pd, della Lega, di Forza Italia ) sollecitati dai Comuni ma anche da richieste del Messaggero non hanno risposto agli appelli.  

Completamente d’accordo a bloccare l’aumento del pedaggio autostradale del 34% anche il deputato del Movimento 5 Stelle: “E' assolutamente il primo impegno del nostro movimento – dice Sebastiano Cubeddu – perché andrebbe a colpire migliaia di pendolari che vivono già in zone disagiate. Comunque dal nostro capo gruppo in Senato ho avuto assicurazioni che è stato già presentato l’emendamento per bloccare l’aumento del 34% del pedaggio su A24 e A25. Poi occorre una soluzione definitiva urgente per rimodulare il piano economico finanziario e il commissario nominato dal Consiglio di Stato deve farlo in fretta e in questo contesto si possono rimodulare le tariffe . E’ una situazione complessa dove ci sono addirittura tre commissari, ma occorre sbrigarsi, non è tollerabile che un Pef sia fermo dal 2013”.  

Per stoppare l’aumento c'è già un piano: “L’ ordine del giorno  presentato per la sospensione immediata dell’aumento – spiega Francesco Lollobrigida –  e mi auguro che altri, favorevoli nelle piazze, lo siano anche in parlamento. Poi calmierare le tariffe e una politica attiva per questi territori svantaggiati, riducendo i costi del trasporto in una autostrada che collega centri abruzzesi già duramente colpiti dal terremoto”. 

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