Roma, una targa "un sacco bella" per ricordare Mario Brega. Verdone: «Il cinema lo ha reso immortale»

La cerimonia in via Oderisi da Gubbio. Verdone: "Portò se stesso sul set"

Roma, una targa "un sacco bella" per ricordare Mario Brega. Verdone: «Il cinema lo ha reso immortale»
di Laura Bogliolo
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Domenica 26 Marzo 2023, 12:03 - Ultimo aggiornamento: 16:04

La sua mano poteva «esse' fero o piuma». Il prosciutto che vendeva era «'no zucchero». Ed era «comunista così...». Le sue battute sono entrate nell'Olimpo della romanità, le sue interpretazioni soprattutto nei film di Carlo Verdone sono incastonate per sempre nei ricordi di generazioni di romani e non. Mario Brega, insomma, «era uno di noi», quell'attore che è riuscito a collegare il grande schermo al popolo. E da ieri, nel quartiere Marconi dove visse per trent'anni, c'è una targa a ricordarlo. «Qui visse l'attore Mario Brega - si legge - divenuto noto per le sue interpretazioni nei film di Sergio Leone e Carlo Verdone, rimaste impresse nella memoria del popolo romano».
Nel centenario della sua nascita, Roma ha voluto omaggiare così l'attore di settanta film, diventato cult con i successi degli anni Ottanta di Verdone.

 

In via Oderisi da Gubbio, accanto al civico 18, ieri la presentazione della targa con tantissimi fans dell'artista.

In prima fila, proprio lui, Carlo Verdone, assediato dalla folla per avere un selfie. «Era un uomo senza paura, un pazzo, portò se stesso sul set, non si capiva mai quanto recitasse - ha detto Verdone - Lo conobbi a casa di Leone, mi mancava l'attore per il padre dell'hippy nel film "Un sacco bello". Entrò questo omone con la camicia aperta, una grande croce d'oro: "a Sergio, vengo dar mercato, t'ho portato i carciofi" - l'ha imitato Verdone - Era perfetto. Se quei film hanno avuto tanto successo è grazie anche a lui e a Elena Fabrizi, gli ultimi grandi caratteristi di Roma, ne sono orgoglioso. Il cinema ha questo: rende immortali».

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L'AFFETTO
A lanciare l'idea di apporre una targa, era stato lo scrittore Dario Puntuale, vicino di casa di Brega, proposta accolta dal presidente dell'XI Municipio, Gianluca Lanzi, che ha partecipato alla cerimonia indossando una maglia con il volto di Brega. «Zio era così - ha detto la nipote Francesca, emozionata - aveva il viso burbero e gli occhi buoni, era generoso. Era "Er Principe" del popolo».

Da "Per un pugno di dollari" di Sergio Leone, a "Se permettete parliamo di donne" di Ettore Scola, fino agli indimenticabili film con Carlo Verdone. Brega è stato il rude suocero manesco Augusto in "Borotalco", il padre comunista dell'hippy Ruggero in "Un sacco bello", il camionista "er principe" di "Bianco rosso e Verdone". «Mario Brega - ha detto ieri il sindaco Gualtieri - ha saputo cogliere l'identità di Roma in modo apparentemente esagerato, ma sempre con un elemento di dolcezza. Tutti i romani hanno subito colto qualcosa che ci rappresentava, aveva colto qualcosa di noi. Un simbolo della Roma che non c'è più ma c'è sempre dentro di noi. Se ci saranno altre iniziative simili? Noi vogliamo una Roma consapevole delle sue radici e della sua storia - ha risposto - Non è una città anonima: noi vogliamo dare identità ai quartieri ricordandone la storia e in questo caso le personalità che li hanno vissuti».
 

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