Pirata della strada uccide motociclista, fugge e depista le indagini: è libero in attesa di giudizio

Chiusa l’inchiesta sul 30enne che ha provocato la morte di Alessandro Tavanti

Pirata della strada uccide motociclista, fugge e depista le indagini: è libero in attesa di giudizio
di Valeria Di Corrado
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Mercoledì 7 Settembre 2022, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 10:26

L’ha tamponato, facendolo cadere dallo scooter e poi, invece che soccorrerlo, l’ha lasciato sull’asfalto ed è scappato per andare a denunciare il furto della sua macchina, in modo da depistare le indagini. Per questo motivo è ora accusato di omicidio stradale, omissione di soccorso e simulazione di reato. La Procura di Roma ha da poco chiuso le indagini nei suoi confronti e si appresta a chiederne il rinvio a giudizio. Il giovane, dopo aver scontato un periodo di reclusione, ora si trova a piede libero. Mentre a distanza di poco meno di un anno dal tragico incidente, i genitori di Alessandro Tavanti non si danno ancora pace per aver perso per sempre il figlio, a soli 24 anni.

I FATTI
La vittima, residente a Monteverde, stava tornando a casa dopo aver trascorso la serata di sabato 30 ottobre con alcuni amici.

Era in sella al suo scooter (Honda Sh), quando è stato tamponato. In quel momento le lancette dell’orologio segnavano le 2,10 di notte. Il condicente della macchina di grossa cilindrata, invece di chiamare l’ambulanza, è fuggito ed è stato rintracciato un paio di ore dopo dalla polizia di Roma Capitale nella sua abitazione.

Gli investigatori sono arrivati al conducente attraverso le immagini delle telecamere di vigilanza puntate su via Ostiense, dove qualche ora prima era avvenuto lo schianto mortale. Le immagini di un tabaccaio di Ostia Lido, dove il giovane si era fermato a comprare delle sigarette qualche ora prima dell’incidente, l’hanno ripreso "con lo stesso vestiario che indossava al momento del sopralluogo del personale del I Gruppo Centrale presso la sua abitazione», si legge nelle carte dell’inchiesta.

La conferma è arrivata da un esame, disposto dal sostituto procuratore Fabrizio Tucci, sull’airbag che si era aperto dopo il violento impatto. Le tracce lasciate dal “palloncino” sul corpo e gli abiti dell’indagato hanno confermato l’impianto accusatorio.

LA DINAMICA
Stando a quanto ricostruito, Tavanti stava procedendo su via Ostiense in direzione centro, quando, secondo la ricostruzione dei vigili, è stato tamponato dalla Audi A3. Il 24enne è stato sbalzato in aria ed è ricaduto prima sull’auto, «per poi terminare a terra rovinosamente, tanto che l’urto ne provocava il decesso». «L’autoveicolo continuava la sua corsa - si legge nell’annotazione della polizia Locale - trascinando il motoveicolo che si era incastrato nella parte anteriore destra, prima andando a urtare contro il guard-rail posto alla sua sinistra, per poi fermarsi a circa 200 metri dal punto del primo impatto». «Si fa presente - concludono i vigili - che nell’autoveicolo era molto probabile la presenza anche di un passeggero posizionato alla destra del conducente, in quanto, non indossando la cintura di sicurezza, andava a urtare violentemente la testa contro il parabrezza, rompendolo; nonostante i due air-bag, sia del conducente che del passeggero, esplodevano al primo impatto».

IL FINTO FURTO
Il presunto pirata della strada, dopo essere scappato dal luogo dell’incidente, si è recato dai carabinieri della caserma Eur Torrino Nord per sporgere denuncia sul furto dell’Audi A3. Ai vigili, piombati a casa sua di notte, «appariva tranquillo e per nulla sorpreso nonostante l’orario». Dopo aver confermato che l’auto era di sua proprietà, ha riferito loro che gli era stata rubata quella stessa notte in zona Ponte Milvio. «Mi sono arrabbiato moltissimo», ha detto agli agenti, quando si è accorto che la sua macchina non c’era più. Poi, stando al suo dettagliato racconto (smentito dalle indagini), si sarebbe recato dall’altra parte di Roma, in taxi, per sporgere denuncia.

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