Giovanna Boda e il Miur, tangenti al ministero: tutti i regali ad amici e magistrati

Dagli abiti su misura ai contratti di lavoro, tutte le accuse

Giovanna Boda e il Miur, tangenti al ministero: tutti i regali ad amici e magistrati
di Michela Allegri
4 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Settembre 2022, 07:22 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 09:55

Abiti sartoriali fatti su misura, ma anche cravatte di lusso, penne costose e, soprattutto, contratti lavorativi con le aziende di Federico Bianchi di Castelbianco. La lista di presunte tangenti percepite dall'ex dirigente del Miur, Giovanna Boda, indagata per corruzione insieme all'imprenditore e che era addirittura in lizza per diventare ministro, si allunga: tra le persone con cui la donna avrebbe voluto lavorare spunta anche il regista Ambrogio Crespi - non indagato - condannato nel 2021 per concorso esterno in associazione mafiosa e che ha ottenuto la grazia dal presidente della Repubblica. Da un'informativa della Finanza emerge che, nel febbraio 2021, stava discutendo con la dirigente della possibilità di realizzare un documentario sul Covid da divulgare nelle scuole, dal costo da 50mila euro. Il pagamento - all'insaputa del regista - sarebbe stato chiesto dalla Boda a Bianchi di Castelbianco.

Miur, inchiesta Boda: i soldi delle scuole spesi per pagare tangenti. La Finanza: «Anomalie nei conti per più di un milione di euro»


IL MAGISTRATO
Poi c'è il caso di Daniele Piccirillo, cognato dell'ex procuratore antimafia - oggi candidato con i Cinquestelle - Federico Cafiero De Raho: il suo contratto con le aziende di Bianchi - emerge dagli atti - sarebbe stato formalizzato dopo un incontro tra la Boda e la sorella del magistrato.

Sia De Raho che i Piccirillo, comunque, sono completamente estranei all'inchiesta. Il nome di Piccirillo è inserito in una lista presentata dalla Boda all'imprenditore, in cui vengono indicati i soggetti a cui stipulare contratti di collaborazione. Il 14 luglio 2020, Valentina Franco, segretaria della Boda, invia il documento «Contratti da prorogare per un altro anno» a una dipendente di Bianchi. Il 6 ottobre 2020, la Franco scrive: «Entro le 12,30 mi serve sapere quale è la situazione di Piccirillo». L'interlocutrice risponde: «Sei giorni fa gli ho mandato la lettera di rinnovo per un anno... importo complessivo 24mila euro, però non me l'ha ancora rimandata firmata». La Franco le chiede quindi di contattarlo telefonicamente e specifica: «Lei oggi vede la sorella», riferendosi verosimilmente alla Boda - annota la Finanza - e aggiungendo che aspetta la sua conferma per l'una tantum: «Grazie! Poi aspetto tuo ok per UT». Qualche ora dopo, la collaboratrice di Castelbianco scrive: «Piccirillo mi ha appena rimandato la lettera di incarico firmata».


I REGALI
Secondo l'accusa, i contratti di collaborazione con le aziende di Bianchi per un lungo elenco di persone facevano parte delle utilità ottenute dalla Boda, in cambio di agevolazioni nell'assegnazione dei bandi per gestire progetti - milionari - per le scuole. Ma nella lista delle presunte tangenti figura anche molto altro: viaggi, case, stipendio di autisti e collaboratori domestici, solo per citarne una piccola parte. La segretaria della Boda, interrogata, ha raccontato che il conto della dirigente «era spesso in rosso» e che lei «faceva principalmente spese personali, come chirurgia, parrucchiere o unghie, lasciando mance generose». E ancora: «Era un continuo chiedere soldi e mi sono trovata anche ad anticipare io». Persino l'ufficio stampa del ministero, a dire della segretaria, era pagato da Bianchi. «Il periodo in cui siamo stati senza stipendio, il pagamento ci veniva effettuato tramite bonifici dalle scuole, sul falso presupposto che avessimo svolto delle attività per i progetti. In realtà era il nostro stipendio per l'attività che svolgevamo a favore della Boda - prosegue la Franco - Quanto agli abiti, il sarto preparava abiti al padre della Boda, al ministro Bussetti probabilmente due vestiti... Infine in Sardegna ho prenotato un Ncc per il Ministro su richiesta della Boda, così come ho comprato una penna, a mia memoria una Montblanc, da regalare a lui... Ho comprato anche cravatte, talvolta dal negozio Cenci o da Marinella». Dalle parole della segretaria, emerge che la dirigente puntava a diventare ministro: «Quando c'è stato il cambio di governo si parlava della possibilità che la Boda venisse nominata ministro. Ho sentito parlare la Boda»
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA